La polizia postale è al lavoro per identificare i profili in questione. Mentre i togati del Csm - in seguito alle critiche di Matteo Salvini, che ha accusato Alessandra Vella di fare politica - hanno chiesto di aprire un fascicolo a tutela del giudice
Insulti, minacce di morte e commenti sessisti. Alessandra Vella, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Agrigento che non ha convalidato l'arresto del comandante della Sea Watch, Carola Rackete, è stata subissata dalle offese sui social. Una gogna mediatica che ha portato il magistrato a disattivare il suo profilo Facebook. Putt...a, ti ammazziamo, Ti piacciono i negri, Putt...a comunista, ti verremo a cercare e perderai il sorriso per sempre, Il gip di Agrigento si chiama Alessandra Vella. Colpirne uno per educarne cento. Domani provo a investirla con la macchina mentre corro a salvare vite umane. Sapete da chi andare: sono solo alcuni dei commenti apparsi in rete.
La polizia postale è al lavoro per identificare i profili in questione. Mentre i togati del Csm - in seguito alle critiche di Matteo Salvini, che ha accusato Vella di fare politica, e l'ha invitata a lasciare la toga e a candidarsi con il Pd - hanno chiesto di aprire un fascicolo a tutela del giudice.
Chi è Alessandra Vella - Alessandra Vella viene descritta negli ambienti del Palazzo di Giustizia di Agrigento come un giudice rigoroso, che non ha mai amato la ribalta né le interviste, che si è sempre mostrata assolutamente imparziale e ha mantenuto nella sua attività di magistrato un profilo basso evitando qualunque polemica. Originaria di Cianciana, un piccolo paese della provincia di Agrigento, 43 anni, dopo essersi laureata a Roma è stata gip prima a Caltanissetta e poi, dal 2013, ad Agrigento. Stimata dai colleghi, è stata anche presidente della sottosezione agrigentina dell'Anm.
Solo una volta il suo nome era stato al centro di una rovente querelle. La gip era stata presa di mira, assieme al procuratore aggiunto Salvatore Vella, dall'avvocato Giuseppe Arnone, ex leader degli ambientalisti, protagonista in diverse occasione di scontri durissimi con la magistratura agrigentina, arrestato lo scorso 27 marzo dopo essere stato sorpreso a diffondere volantini davanti al parcheggio del tribunale. Quei volantini dovevano servire a propagandare l'elezione di Arnone al Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Agrigento, "in realtà riproducevano - scrisse, allora, il tribunale di Sorveglianza - la copertina di un suo libro: 'Storie comiche di 8 importanti pessimi magistrati', riportandone un ampio stralcio dove prende di mira due magistrati in servizio ad Agrigento: Salvatore Vella e Alessandra Vella".
Lo "scontro" fra Arnone e il giudice Alessandra Vella era iniziato nel dicembre del 2014 quando, durante un'udienza, in camera di consiglio, davanti al Gup Alessandra Vella, Arnone si rifiutò di allontanarsi dall'aula "benché espressamente invitato dal giudice, impedendo la regolare celebrazione del giudizio, la cui trattazione poteva essere ripresa solo a seguito dell'intervento dei carabinieri".