La trasmissione di Rete 4 ha provato a fare luce su una delle più feroci cellule della mafia nigeriana in Italia
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"Io sono un uomo del nord": queste le parole, ripetute più e più volte, che i nuovi affiliati dei Vikings devono pronunciare per entrare a fare parte di una delle più pericolose cellule della mafia nigeriana presenti nel nostro Paese. Un rito che si conclude incidendosi le dita con un coltello e facendo scorrere il sangue, per mostrare assoluta dedizione alla causa e fedeltà all’organizzazione.
Spaccio di droga, rapina e violenze sessuali: questi i crimini che vengono contestati a 19 affiliati arrestati a fine gennaio a Mineo, il centro di accoglienza in provincia di Catania, diventata sede operativa del clan. Oltre a questo, c'erano anche le lotte con i ‘Black Axes’ – le asce nere – un'altra potente organizzazione criminale nigeriana.
Il business delle prostitute, in particolare, è uno dei giri d’affari su cui i Vikings investono tantissimo: prelevano le ragazze dalla Nigeria e le portano in Europa, pagando loro il viaggio, per poi costringerle a prostituirsi sulle strade italiane. Per assicurarsi la fedeltà delle ragazze, si fanno anche dei riti voodoo.