Oggi la tensione in Medio Oriente riaccende la paura nel ghetto e nelle comunità ebraiche di tutta Europa: la cerimonia blindata con Mattarella
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Un orrore che si rinnova. Il ricordo dell'atroce rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, il 16 ottobre di 80 anni fa, si unisce alla tensione in Medio Oriente. E così, nelle strade blindate dalle imponenti misure di sicurezza anti-terrorismo, compaiono le foto degli ostaggi di Hamas.
Era il 16 ottobre del 1943 quando alle prime luci dell’alba gli ebrei della capitale furono rastrellati casa per casa, portati in strada e poi deportati. Erano i giorni in cui si celebrava la festività di Sukkot, quel 16 ottobre era stato scelto dai nazisti proprio per essere sicuri di trovare in casa il maggior numero di persone. Ben 1.259 persone furono strappate dalle loro case, dalla loro vita, caricate su carri bestiame e portati nei campi di concentramento. In tutto solo in 16 fecero ritorno a Roma, 16 uomini e una donna, Settimia Spizzichino. L'operazione fu condotta da truppe tedesche appartenenti alle SS o alla polizia d'ordine che agirono con la collaborazione dei funzionari del regime fascista. I tedeschi operarono prima bloccando gli accessi stradali e poi evacuando un isolato per volta e radunando man mano le persone rastrellate in strada.
In un ghetto blindato, si ricorda il rastrellamento preludio all'inferno della Shoah. Nessuno, però, avrebbe mai pensato che proprio negli stessi giorni Israele finisse sotto attacco dei terroristi, con i morti e gli ostaggi sequestrati da Hamas. Massima allerta dunque, su tutta la manifestazione in ricordo delle vittime, vista anche la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A poche ore dal giorno del ricordo del rastrellamento era arrivato un monito della presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi di Segni: "La coerenza che pretendiamo da chi intenda omaggiare con noi la memoria della Shoah implica oggi saper riconoscere il carnefice e i crimini perpetrati: 80 anni fa come oggi. Atrocità infernali - ha aggiunto di Segni - che la mente umana mai avrebbe potuto immaginare potersi compiere su questa terra", dice. "Mai più è stato l'impegno che abbiamo preso con i sopravvissuti - nostri nonni e genitori - ai quali ci aggrappiamo ancor più, tutelando ogni giorno la loro dignità, la vita e la vitalità dell'intero popolo ebraico", aggiunge ancora Di Segni.
Oggi il corteo sfilerà lungo le strade della Capitale, dal Campidoglio fino allo slargo nel cuore del ghetto che porta il nome di quella tragica data: 16 ottobre 1943. Le celebrazioni, organizzate dalla comunità ebraica di Roma insieme con l'amministrazione comunale e con la comunità di Sant'Egidio, hanno rischiato modifiche per motivi di sicurezza ma alla fine tutto è stato confermato. "Non staremo al gioco dei terroristi", è la sintesi del pensiero che unisce l'intera comunità.
Alle 17.30 la marcia della Memoria prenderà il via da piazza del Campidoglio per raggiungere il ghetto intorno alle 19. A guidare l'iniziativa saranno il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente della comunità ebraica della Capitale Victor Fadlun. Sul palco al portico d'Ottavia si alterneranno gli interventi istituzionali, mentre il presidente Mattarella deporrà una corona d'alloro lungo il muro che costeggia la sinagoga.