Il 56enne Giulio Romano per un mal di pancia chiese un cambio turno e non era presente in fabbrica tre anni fa: morì al suo posto un altro operaio. Mentre il collega Fernando Di Nella era prossimo alla pensione. Le storie
Giulio Romano era scampato all'incidente mortale del 2020 per un cambio turno che aveva chiesto per un mal di pancia e al suo posto perse la vita un altro operaio; Fernando Di Nella era prossimo alla pensione; Gianluca De Santis aveva chiesto proprio per giovedì 14 settembre il giorno libero per accompagnare il figlio di tre anni al suo primo giorno di asilo. E' piombato come un macigno il tragico destino che ha unito nella morte i tre operai della Esplodenti Sabino di Casalbordino (Chieti), la fabbrica di polvere da sparo che nella zona è conosciuta come la "polveriera". Altri incidenti, anche mortali, si erano già verificati in ditta e per quello del 21 dicembre 2020, anche allora 3 vittime sul lavoro, il 14 settembre c'è l'udienza preliminare.
L'ultima tragedia sul lavoro ha strappato la vita a tre operai e distrutto le loro famiglie e l'intera comunità tra Abruzzo e Molise.
Giulio Romano, 56enne di Casalbordino (Chieti), come riferisce il quotidiano Il Centro, era scampato all'incidente mortale che c'era stato alla Esplodenti Sabino il 21 dicembre 2020, per un cambio turno. Il Corriere della Sera precisa che quel giorno chiese di uscire due ore prima per un mal di pancia. Questo allora gli salvò la vita: chi lo sostituì, infatti, morì in quella tragedia. Romano aveva la passione per il basso elettrico e un passato da orafo.
Era prossimo alla pensione Fernando Di Nella, 62 anni, originario di Paglieta (Chieti) e residente a Lanciano (Chieti), un'altra delle tre vittime dell'esplosione. Di Nella, caporeparto, lascia la moglie e due figlie. Anche il cognato ha lavorato alla Sabino ed è già in pensione.
Gianluca De Santis, 40enne sposato e padre di due bambini, residente nel comune di Palata, in provincia di Campobasso aveva preso un giorno libero giovedì 14 settembre per accompagnare il figlio più piccolo di 3 anni al suo primo giorno d'asilo. L'uomo ora lascia moglie e un altro figlio oltre a quello di tre anni. Anche il fratello di De Santis lavora presso la Esplodenti Sabino. Era con lui che Gianluca ogni giorno percorreva, tra andata e ritorno, circa 120 chilometri da casa alla sede di lavoro.
Per i fatti del 2020 proprio il 14 settembre, dinanzi al gup del Tribunale di Vasto, si svolge l'udienza preliminare per dieci imputati, società compresa: l'accusa principale è di cooperazione colposa in omicidio colposo, per colpa generica cagionata dalla negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella violazione di diverse norme antinfortunistiche.
Nel 2020 l'incidente sul lavoro che costò la vita a tre operai avvenne durante lo smaltimento di diversi materiali, miscela incendiaria, povere pirica, polvere nera, razzi di segnalazione, legna impregnata di Tnt, dotazioni nautiche, simulatori di colpo tipo kanonslag.
La fabbrica rimase inattiva per sette mesi, anche per la ferma posizione della Procura guidata da Giampiero Di Florio sulle condizioni di sicurezza. A luglio 2021, ottenuto il dissequestro, le attività erano riprese.