L'Infn, nel corso dell'esperimento "Cuore", è riuscito a portare una struttura di rame ad una temperatura prossima allo zero assoluto
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E' stato ottenuto nei laboratori sotto il Gran Sasso il metro cubo più freddo dell'universo. Il record tutto italiano è stato registrato dall'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) portando una struttura di rame del volume di un metro cubo (e del peso di 400 chilogrammi) ad una temperatura prossima allo zero assoluto.
Il risultato è frutto di "Cuore" (Cryogenic Underground Observatory for Rare Events), l'esperimento nato per studiare le proprietà dei neutrini che vede un'importante collaborazione tra Infn e Università di Milano-Bicocca per la realizzazione del sistema criogenico necessario a raffreddarne i rivelatori.
"Si tratta di un risultato importante che testimonia come la scienza italiana raggiunga un solido primato nella tecnologia del ultrafreddo grazie all'integrazione e alla collaborazione tra ricerca, università e aziende", commenta Carlo Bucci, ricercatore Infn e portavoce italiano di "Cuore".
"La temperatura raggiunta nel criostato dell'esperimento, 6 millikelvin,B equivale a meno 273,144 gradi centigradi, una temperatura vicinissima allo zero assoluto pari a meno 273,15 gradi centigradi. Nessuno ha mai raffreddato a queste temperature una massa di materiale ed un volume simili".
"Il criostato di 'Cuore' - spiega Angelo Nucciotti, docente di fisica nucleare dell'Università di Milano-Bicocca e responsabile della progettazione del criostato - è unico al mondo non solo per dimensioni e potenza refrigerante, ma anche perché, grazie all'uso di materiali appositamente selezionati e di speciali tecniche costruttive, garantisce che l'esperimento si svolga in un ambiente con bassissimi livelli di radioattività".
Una volta completo, il rivelatore sarà racchiuso in una copertura di piombo antico di età romana, un materiale caratterizzato da una radioattività intrinseca estremamente bassa che fungerà da schermo.