Al liceo di Roseto degli Abruzzi

Scuola in Dad, nel Teramano gli studenti si alternano per stare in classe con la compagna down

Al liceo Saffo di Roseto degli Abruzzi, la 15enne, che dal 5 novembre segue le lezioni in aula in base alla normativa, non sarà più sola

14 Nov 2020 - 08:14
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La didattica a distanza, già sperimentata nel secondo quadrimestre dello scorso anno scolastico, le aveva annullato tutti i progressi conquistati in classe e le aveva portato apatia e depressione. A poco erano serviti gli educatori direttamente a casa a supportarla durante le lezioni davanti allo schermo del pc. Così quando alle superiori è ripartita la Dad, una studentessa 15enne del liceo Saffo di Roseto degli Abruzzi (Teramo), affetta da sindrome di down, è ripiombata in un incubo che con la famiglia pensava di essersi messa alle spalle. Ma con l'aiuto degli insegnanti e del dirigente, l'allieva è sì potuta tornare a seguire le lezioni in aula, come la normativa prevede, non da sola, però. A turno, infatti, cinque compagni si sono offerti di stare in classe con lei, come racconta Il Messaggero.

"La volta scorsa, la dad per mia figlia era stata distruttiva - ha riferito la mamma della 15enne a Il Messaggero. - Si era chiusa in stessa, non parlava più, annullati tutti i progressi che aveva fatto in tanti anni, rischiava la depressione, così ho dovuto organizzare a casa una didattica in presenza con assistente educativo ed educatrice privata che l'aiutavano a svolgere il lavoro".

Il rientro in classe a settembre è durato poco: dopo un mese di nuovo dad. "Mi sono opposta fin dal primo giorno, - ha continuato la madre, che, come scrive il quotidiano, con l' aiuto della docente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno, si è studiata norme, cavilli, disposizione del Ministero dell'Istruzione sugli alunni disabili e il loro diritto allo studio e all'inclusione.

"Il dirigente scolastico ha cercato sempre di venirmi incontro", sottolinea la mamma, così la figlia è tornata in classe come previsto per gli studenti disabili. "Ma era sola con i professori curriculari, gli insegnanti di sostegno e i compagni collegati tramite la lavagna interattiva multimediale. Per Anna già questo era molto, ma non bastava. Questa non è vera inclusione", ha denunciato la madre. 

Così cinque compagni si sono offerti a turno di tornare a scuola e seguire in classe le lezioni per non lasciare da sola la loro compagna. Da lunedì.

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