L'uomo era sparito 10 anni fa dopo aver finto di essersi tolto la vita: ora è stato ritrovato vivo e vegeto in Grecia. Ecco che cosa rischia
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I conoscenti di Adamo Guerra, l'uomo scomparso per 10 anni dopo essersi trasferito a Imola e aver finto il suicidio, non hanno mai creduto alla sua morte. A Lugo di Romagna, la cittadina del Ravennate dove aveva sempre vissuto e dove era conosciuto per il suo negozio di casalinghi, tutti ammettono che dietro la "morte" dell'uomo ci fosse altro, che si fosse ricostruito una vita in Grecia tagliando i ponti con il passato. Sorpresa si dice invece la ex moglie, Raffaella Borghi, che a quel suicidio aveva creduto davvero.
Al Corriere della Sera, che l'ha incontrata a Lugo di Romagna nel negozio di elettrodomestici in cui lavora, la donna ha raccontato che quella che coinvolge l'ex marito è "una storia delicatissima", spiegando che "io per prima sono la più sorpresa per quello che è successo". E il padre di lei, Piero, ricorda che la sera prima della scomparsa, Adamo "era qui a mangiare da me, con le due bimbe, con la moglie, si rideva e si scherzava. Ma aveva già pianificato tutto, si vede".
Alla sorpresa della famiglia si contrappone però la certezza dei paesani che Adamo Guerra non fosse affatto morto ma che avesse semplicemente deciso di sparire. Se i suoi genitori sapessero dell'allontanamento non è chiaro, ma secondo il Resto del Carlino a Lugo di Romagna "tutti coloro che ammettono di essere state a conoscenza della vicenda non hanno dubbi in merito" e raccontano che "non abbiamo mai creduto al suicidio".
Il quotidiano ricorda anche che "pure l’ultimo articolo uscito sul Carlino nel 2013, alcuni mesi dopo la scomparsa, trattava delle indagini e chiariva che dopo il ritrovamento dell’auto nei pressi del porto di Ancona si puntava sull’allontanamento volontario". Cosa che, a distanza di 10 anni, si è rivelata la pista giusta.
Nonostante abbia inscenato il suicidio e abbandonato i congiunti, dal punto di vista penale Adamo Guerra in realtà non rischia nulla. Al Corriere della Sera, infatti, il procuratore di Ravenna, Daniele Barberini, precisa che l'unico reato che gli si potrebbe addebitare, quello di procurato allarme, "va in prescrizione dopo quattro anni". Ma di anni, ormai, ne sono passati 10.