Luigi Caliò, docente alla guida del team che si sta occupando degli scavi, spiega a Tgcom24 la natura delle strutture rinvenute
di Alessandra ParlaAd Agrigento si continua a scavare. Per il team di archeologi da tempo all'opera nel cuore della Valle dei Templi, la scoperta del teatro ellenistico è stato un vero e proprio vaso di Pandora: pietra dopo pietra, sta venendo alla luce l'antica Akragas, la polis fondata dai Greci intorno al 580 a.C. Ultimo pezzo di storia in ordine di tempo è la piazza del teatro, uno spazio molto grande che misura 280 metri per 170 circa.
"La scoperta del teatro è avvenuta nell'ambito di un lavoro più ampio che interessava la parte monumentale della città", racconta a Tgcom24 l'archeologo Luigi Caliò, docente dell'Università di Catania. La piazza, invece, è stata rinvenuta in un secondo momento: mentre l'equipe stava procedendo nel ridefinire la nuova pianta di Agrigento, è stata individuata una nuova plateia, una strada larga 13 metri.
Gli archeologi si sono accorti che gli isolati erano 150 metri invece che 280. "L'unico che rimaneva della lunghezza di 280 metri era quello che fiancheggiava la piazza ad est, che corrisponde all'isolato 1 del quartiere ellenistico. Dal momento che dalla parte opposta ci sono gli edifici pubblici della città (ekklesiasterion e bouleuterion), l'agorà deve essere compresa tra questi e ha un'ampiezza di 170 per 280 metri circa", spiega Luigi Caliò.
"Il teatro occupa la parte meridionale della piazza, laddove i livelli di quota del terreno scendono velocemente", continua l'archeologo. "È stato proprio questo cambio di quote che ci ha fatto sospettare l'esistenza del teatro". Si tratta di un complesso enorme, che il team sta cercando di scoprire mattone dopo mattone con pala e piccone. Quella che è emersa è "una situazione articolata dal punto di vista stratigrafico": è stato ritrovato l'analèmma, uno dei due muri che delimitano il teatro a Sud e che separa la cavea dalla scena, ma ne è presente anche un altro in blocchi di rimpiego che dovrebbe essere una terrazza.
Gli scavi sono lenti, ma procedono. Al lavoro ci sono Monica Livadiotti del Politecnico di Bari, gli archeologi Francesca Leoni e Luciano Piepoli, gli architetti Antonello Fino e Alessandro Labriola, il cui obiettivo è cercare di comprendere architetture, strutture e funzionamento degli edifici rinvenuti nella zona. Grazie alla collaborazione con l'Università del Molise e il Cnr Itabc, coordinati da Marilena Cozzolino, il team sta portando avanti indagini geoelettriche, ma si sta avvalendo anche di rilievi laser scanner e analisi topografiche condotte insieme ai professori Mariangela Liuzzo e Emanuele Brienza delll'Università Kore di Enna.
Le prime scoperte lasciano certamente ben sperare: "Poco alla volta i contorni del teatro si delineano con maggiore specificità", commenta il sindaco di Agrigento, Calogero Firetto. "Sono pienamente d'accordo con quello che ha detto il presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, Giuliano Volpe: ad Agrigento sta passando un treno, dobbiamo sfruttare questo momento."