Alessandria, carabiniere coraggioso evita il suicidio di una giovane
© Carabinieri
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Salvatore Germanà è salito sul ponte Meier e ha salvato la vita a una ragazza che voleva buttarsi. "Abbiamo parlato di musica e delle nostre fragilità ma non chiamatemi eroe"
Si è arrampicato sul ponte Meier, simbolo di Alessandria, ed è riuscito a convincere la ragazza che vi era salita a non suicidarsi. Un angelo per alcuni, un eroe per altri. Si chiama Salvatore Germanà, è un vicebrigadiere dei carabinieri, 40 anni, di Leonforte, provincia di Enna. Poco più della metà dei suoi anni li ha passati in servizio prima nell'Esercito e poi nell'Arma, ma una situazione del genere non gli era mai capitata. "E' la prima volta che salvo qualcuno - dice in un'intervista a La Stampa. - La ragazza si è fidata di me".
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"Ho conquistato la sua fiducia" - Germanà ricostruisce quei delicatissimi minuti. "Era molto diffidente all'inizio ma, chiamandola per nome, ho conquistato la sua fiducia. Avevo davanti a me una persona giovane, con tante fragilità. Le ho mostrato anche le mie: non siamo solo carabinieri, ma persone. Questo ha fatto sì che si avvicinasse a me e insieme potessimo pian piano ritornare indietro e metterci in salvo aggrappandoci alla ringhiera".
"Abbiamo parlato di musica e delle nostre fargilità" - "E' stata la mezz'ora più lunga della mia vita", racconta il vicebrigadiere a Il Messaggero. "Stava ascoltando una canzone sul cellulare usando gli auricolari, mi sono avvicinato, le ho chiesto il permesso di sedermi accanto a lei e mi sono fatto dire il titolo. Abbiamo iniziato a parlare di musica rock - racconta Germanà - lei ha cominciato ad avere fiducia in me. Poco per volta mi ha lasciato avvicinare, mi ha detto delle sue paure, dei problemi che temeva di non essere capace di affrontare. E io ho cercato di farle capire che avere debolezze è umano, che anche io ho delle fragilità, che conoscevo il suo stato d'animo. Ci siamo confidati a vicenda. E lei ha capito che poteva esserci speranza. Ci siamo detti molte cose personali che rimarranno nostre".
"Non ho pensato al pericolo" - Germanà dice che la paura di cadere in quel momento non l'ha sfiorato. "Ho agito d'istinto una volta sceso dalla macchina, non ho pensato al pericolo ma solo alla persona che era lì. Poi ci ho ragionato, dopo a mente fredda. Ma l'importante era che lei fosse in salvo".
"Non chiamatemi eroe" - "Non credo di aver fatto qualcosa di particolare - dice ancora a La Stampa. - Anzi, rubo una frase al parroco del mio paese natale: il mio intervento è stato ordinario ma è diventato straordinario nel momento in cui sono diventato un punto di appiglio per questa ragazza".