Il marciatore altoatesino a "Controcorrente" torna sulla sua squalifica per doping
"Sono molto amareggiato perché ho perso tantissimi anni senza fare tante gare e magari vincere tante gare, e questo non tornerà più indietro". A "Controcorrente" il marciatore altoatesino Alex Schwazer torna a parlare della squalifica per doping che lo ha tenuto lontano dalle manifestazioni sportive internazionali per gran parte della sua carriera. Dopo essere stato trovato positivo una prima volta, alla vigilia di Londra 2012, Schwazer ha subito un nuovo stop nel 2016 prima delle Olimpiadi di Rio: tuttavia, dopo una lunga trafila, solo l'anno scorso il tribunale di Bolzano ha riconosciuto la sua innocenza su quanto avvenuto in Brasile. Tuttavia l'atleta, che oggi ha 37 anni, non è potuto tornare a gareggiare, in quanto la sua squalifica fino al 2024 non è stata revocata.
"Sono squalificato ancora per due anni - ha spiegato - questo significa che non potrò ancora assumere nessun ruolo, né come atleta né come tecnico. A Rio pensavo fosse un errore, ma oggi sono convinto che non si è trattato di un errore". Qualcuno infatti, secondo la sentenza del tribunale di Bolzano, avrebbe manomasso le provette dei campioni di urina di Schwazer che risultò positivo a sostanze dopanti: "Io non penso di essere vittima di un complotto - ha concluso il marciatore - sono stato vittima di un complotto".