L'arrivo di Alfredo Cospito al carcere milanese di Opera
© Ipa
© Ipa
Il consigliere regionale lombardo Michele Usuelli ha visitato l'anarchico al 41 bis. La nota Digos che spinse per il regime duro: "Inviava messaggi per incitare alla lotta armata"
Alfredo Cospito è in discrete condizioni di salute, sta in piedi e respira bene. Lo ha confermato il consigliere regionale lombardo di +Europa/Radicali Michele Usuelli che ha visitato al carcere di Opera (Milano) l'anarchico condannato all'ergastolo e detenuto in regime di 41 bis. L'avvocato di Cospito ha aggiunto che il suo assistito intende andare avanti con lo sciopero della fame anche se ci saranno conseguenze irreparabili. Anticipata al 24 febbraio, dicono fonti della difesa dell'anarchico, l'udienza in Cassazione sull'istanza presentata dopo il no al reclamo contro il 41 bis dichiarato dal Tribunale di Sorveglianza di Roma.
Intanto, sulla revoca del carcere duro a Cospito è arrivato il parere contrario al ministero della Giustizia da parte del procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo: secondo fonti qualificate il documento conterrebbe dei riferimenti alla necessità di monitorare costantemente le condizioni di salute del detenuto.
Sul suo incontro in carcere con Coapito, Usuelli ha raccontato: "Abbiamo parlato in piedi per mezz'ora, una sbarra ci divideva. Era vigile, reattivo e respirava bene: è in grado di sostenere un dialogo anche con passaggi complicati", ha detto Usuelli. La carenza di cibo - ha sottolineato il consigliere - non gli fa perdere la lucidità mentale". "Lui è focalizzato sulla battaglia per un 41 bis più umano, tanto è che ci teneva a specificare che ha paura che gli altri detenuti possano pensare che riceva trattamenti di favore in quanto noto, aveva moltissimo questa preoccupazione". "Trattamenti di favore non ci sono - ha detto ancora Usuelli -, ma non è importante solo la verità, conta anche il percepito. Ha la preoccupazione di quella che può essere la percezione degli altri detenuti. Lui ha scelto una lotta non violenta contro il regime di carcere duro".
Il legale Flavio Rossi Albertini, dopo averlo incontrato in carcere, ha invece dichiarato: "Alfredo è sempre più magro, ha perso 45 chili. La situazione si sta estremamente complicando e si sta andando oltre la soglia critica". Cospito, ha aggiunto, è assolutamente determinato ad andare avanti ma è consapevole che ciò porterà a delle conseguenze irreparabili". L'avvocato ha poi segnalato un episodio accaduto al suo assistito: "Alfredo Cospito aveva predisposto uno scritto da inviare alle autorità che possono riceverli per vigilare contro la tortura, contro i trattamenti inumani e degradanti. Questo foglio contenuto in un bloc notes gli è stato sottratto, trattenuto, sequestrato da parte del nuovo istituto di Opera. Gli hanno, inoltre, sottratto i libri che provenivano dal carcere di Bancali e quindi non ha più niente da leggere e tanto meno da scrivere". Inoltre il legale ha chiarito: "Attendiamo le determinazioni, ma qualcuno faccia sapere in tempi rapidi a Cospito se il provvedimento verrà revocato. Non c'è più tempo. L'ho trovato come una persona che non si alimenta da 105 giorni. E' un uomo provato da questo lungo sciopero".
© Ipa
© Ipa
La direzione Distrettuale Antimafia di Torino ha inoltrato al ministero della Giustizia il parere sul 41 bis per l'anarchico, disposto dal ministero il 4 maggio 2022, quando era ministro Marta Cartabia. Il parere della Dda subalpina arriva a seguito dell'istanza presentata dal difensore. Il 41 bis fu deciso dopo un'istruttoria in cui, fra l'altro, erano state acquisite due annotazioni della Dda del 10 dicembre 2020 e del 4 aprile 2022. Il 30 gennaio al Palazzo di Giustizia di Torino il caso Cospito era stato discusso in un vertice tra il procuratore capo Anna Maria Loreto, un procuratore aggiunto dei pool antiterrorismo e un magistrato della direzione nazionale antimafia.
Faceva riferimento anche a un'annotazione della Digos di Torino il decreto con cui la Cartaia dispose il 41 bis. Il rapporto, risalente al 2 dicembre 2020, parlava di "numerosi messaggi che durante lo stato di detenzione Cospito ha inviato a destinatari siti all'esterno del sistema carcerario e poi pubblicati e diffusi su siti o riviste online". In particolare si citava una sorta di lunga intervista in tre parti, comparsa su una pubblicazione di settore chiamata Vetriolo, dove l'anarchico - si legge nelle carte del procedimento - "rivendica l'azione diretta quale prassi che, precedendo la teoria, implica uno scontro armi in pugno con il sistema, si critica in modo deciso il rifiuto di colpire le persone da parte di un certo insurrezionalismo anarchico e anche l'atteggiamento di coloro che si affidano esclusivamente al sabotaggio e all'azione distruttiva". All'epoca Cospito era detenuto a Ferrara e, a questo proposito, il direttore del carcere specificò, nel maggio del 2020, che non era stato autorizzato a rilasciare interviste.