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Meloni: "Lo Stato non si deve lasciare intimidire". Pd: "No a indietreggiamenti, ma evitare la morte". Un gruppo di artisti si appellano a Nordio, che assicura: "La tutela della salute è una priorità assoluta"
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Su Alfredo Cospito, l'anarchico in sciopero della fame perché detenuto al 41 bis, è intervenuta anche Giorgia Meloni. Per il presidente del Consiglio lo Stato "non si deve far intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari". Nei giorni scorsi, dopo gli appelli per il suo stato di salute lanciati dall'avvocato e dal medico del carcere di Sassari, alcuni anarchici hanno protestato a Roma (dove si sono verificati pesanti scontri con la polizia) e attaccato le sedi delle ambasciate italiane a Barcellona e Berlino. Cospito, intanto, è stato trasferito nel penitenziario di Opera (Milano): per via delle sue condizioni fisiche sarà portato nel servizio di assistenza integrata, cioè nell'ex centro clinico. Piantedosi: "Cospito pericoloso, le violenze non ci condizionano". Nordio: "Tutela della salute priorità assoluta".
"Cospito sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina di Opera in considerazione del suo stato di salute", ha spiegato l'avvocato Flavio Rossi Albertini. Al Sai sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. Domenica il medico di fiducia di Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a "rischio fibrillazione", in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento.
Alfredo Cospito "ha mostrato discreta pericolosità ed è stato condannato in via definitiva per gravissimi reati per i quali gli organi giudiziari hanno proposto il 41 bis. Io non entro in discussioni se sia appropriato o meno, ma le azioni degli anarchici, che non sottovalutiamo, non condizioneranno le nostre scelte future". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.
Sempre Piantedosi ha quindi aggiunto: "A un innalzamento della tensione" da parte degli anarchici "è doveroso far seguire un innalzamento dell'attenzione. Seguiamo con grande cura queste situazioni, in modo svincolato dai procedimenti in corso su Cospito, senza che, come ha detto il premier Meloni, da ciò ne possano derivare minacce allo Stato".
La vicenda di Cospito è seguita con la massima attenzione dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per il quale "la tutela della salute di ogni detenuto costituisce un'assoluta priorità".
In precedenza, un gruppo di attori, registi e artisti aveva inviato un appello al ministro Nordio: "Alfredo Cospito è un detenuto anarchico in sciopero della fame da più di 100 giorni per protestare contro il 41 bis. Lo accusano di aver commesso una strage più grave di quella di Capaci e via D'Amelio. Lo accusano di un attentato che però non ha causato né morti né feriti. Per questo Alfredo ha iniziato una lotta con il suo corpo, una lotta terribile che lo sta conducendo alla morte, nella totale indifferenza di coloro che dovrebbero e potrebbero intervenire. Chiediamo di intervenire prima che sia troppo tardi".
Nell'appello, sottoscritto tra gli altri da Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Michele Riondino e Paolo Calabresi, si afferma che "il 13 gennaio il difensore di Cospito ha rivolto una richiesta al ministro per revocargli il 41 bis, il ministro ha trenta giorni per decidere, nella sua inerzia e indifferenza i giorni scorrono inesorabilmente e Alfredo potrebbe morire da un momento all'altro. La lotta di Alfredo ci chiama a ragionare sul senso di umanità e di utilità delle leggi del nostro Paese, sull'evidente dismisura tra reato e pena. Per questo Alfredo Cospito è pronto a morire. Non si tratta solo di una vicenda personale o di buonismo, ma di affermare un principio. Per questo chiediamo al Ministro e alle istituzioni di intervenire prima che sia troppo tardi".
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Sul caso è intervenuto anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, che è dello stesso avviso del premier: "E' evidente che la lunga scia serpentosa di sangue e attacchi testimoniano di come quell'uomo riesca a dare segnali esterni con assalti e violenza nei confronti delle istituzioni - ha detto -. Lo Stato non può arretrare. Per quanto riguarda l'aspetto politico non si arretra sul 41 bis, sull'ergastolo ostativo. Sono strumenti speciali per affrontare mafia e terrorismo anarchico. L'applicazione attiene alla magistratura, ma noi non la priveremo mai di questo strumento".
Nel pomeriggio si è tenuta una riunione del Consiglio dei ministri con un'informativa dei ministri degli Esteri, dell'Interno e della Giustizia sul caso. Antonio Tajani h preannunciato che avrebbe informato il Cdm "delle iniziative adottate dal ministero degli Esteri per garantire la sicurezza delle nostre sedi diplomatiche all'estero. Abbiamo chiesto di rafforzare la sicurezza".
"Alle forze dell'ordine e alla magistratura va la nostra solidarietà, ma nel caso di Cospito non si tratta di indietreggiare di fronte a violenze e intimidazioni, si tratta di salvaguardare la sua salute ed evitare che muoia in carcere. Per questo, come dice anche il garante nazionale dei detenuti, va trasferito in una struttura più idonea, ed è necessario che con urgenza le istituzioni preposte valutino se permangono le condizioni per la sua detenzione al 41 bis". Lo ha detto il vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia del Pd, Anna Rossomando.
Intanto si apprende che il 12 febbraio scadranno i trenta giorni di tempo che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha per rispondere all'istanza avanzata dal difensore di Alfredo Cospito per chiedere la revoca del regime del carcere duro disposto nei suoi confronti per quattro anni. Lo precisa la difesa di Cospito. Trascorsi i termini, e in assenza di una risposta da parte di via Arenula, il ricorso viene considerato respinto. Sull'istanza finita all'attenzione del ministro Nordio, nei prossimi giorni, si esprimerà con un parere la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Una volta a settimana la dottoressa di fiducia del suo avvocato Flavio Rossi Albertini, la cardiologa Angelica Milia, vola a Sassari per visitare Cospito nell'infermeria del carcere. Secondo il medico, intervistato da Repubblica, "l'indice di massa corporea, che prima era sopra i 30, da persona obesa, ora è sceso a 20, e tende verso il sottopeso. Rischiamo questioni irrisolvibili per gli organi. Quando si perde oltre il 50% del peso corporeo iniziale, intervengono questioni irreversibili. Andando avanti col digiuno si intaccano i muscoli prima, poi gli organi interni e alla fine i muscoli respiratori e il cuore".
"Se va in fibrillazione ventricolare con arresto cardiaco lo si rianima, ma poi? La soluzione assolutamente necessaria è quella di un trasferimento immediato in un carcere dotato di una struttura sanitaria che possa garantirgli la giusta assistenza. Ma anche spostandolo in un'altra struttura, dove si possa operare più in fretta, cambierebbe poco - aggiunge poi -. Il fisico è intaccato in modo grave e il recupero sarebbe difficile perché non vuole neanche l'alimentazione forzata. Non si può fare altro che toglierlo dal 41 bis".
Sul tema è intervenuto anche il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma: "Bisogna domandarci se per Cospito serve il 41 bis o se per esempio non può bastare una censura rispetto a eventuali scritti o forme di comunicazione, credo che ci siano elementi per analizzare questo ulteriore passo".