© Ansa | Il fiume Po in secca a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza
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Coldiretti: l'agricoltura paga un conto salato, 2 miliardi di danni
© Ansa | Il fiume Po in secca a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza
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Il Piemonte "registra una crisi idrica peggiore di quella del 2003, con il secondo maggio più caldo dal 2009 a oggi e il Po ha una portata d'acqua del' 2% inferiore a quello che dovrebbe essere il dato di portata naturale". A dirlo è il presidente della Regione, Alberto Cirio, spiegando che in Piemonte è già stata razionata l'acqua in 170 Comuni. La siccità, però, è una calamità ovunque: dalla Lombardia alla Sicilia, passando per Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Puglia e Calabria, i danni stimati per l'agricoltura italiana sono di circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti, secondo la stima di Coldiretti.
Cirio (Piemonte): in 170 comuni acqua solo per uso alimentare - "Al momento in Piemonte sono 170 i comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull'uso consapevole dell'acqua potabile, cioè finalizzato agli scopi alimentari, e di limitazione o divieto di usi impropri e 10, concentrati nel Novarese, quelli che hanno dovuto ricorrere all'interruzione notturna della fornitura". A tracciare il quadro della situazione siccità il presidente della Regione, Alberto Cirio sottolineando che "al momento la situazione è sotto controllo per quanto riguarda gli usi civili dell'acqua potabile, ma abbiamo uno stato di emergenza molto grave per l'agricoltura".
"Abbiamo chiesto lo stato di calamita naturale - spiega Cirio - che ci serve per poter agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni, che già ci sono, ma non ci accontentiamo: abbiamo il dovere di evitare i danni e abbiamo quindi chiesto anche lo stato di emergenza e attivato alcune strade per migliorare la situazione". La prima "è lo svasamento dei bacini idroelettrici per il rilascio delle acque: se trovassimo l'accordo con i concessionari potremmo avere 15-20 giorni di respiro e salvare l'agricoltura. L'altra azione è la deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi, che consente di prelevare un po' più di acqua di quella prevista. È comunque una possibilità ridotta, perché i fiumi sono già in sofferenza. Inoltre con Lombardia e Canton Ticino ragioniamo sull'acqua dei laghi".
Ecco la situazione nelle Regioni più colpite.
LOMBARDIA - In Lombardia la siccità sta già compromettendo parte delle coltivazioni in campo. Le prime stime su orzo e frumento, da confermare a raccolta avvenuta, indicano cali delle rese fino al 30%. Osservati speciali anche il mais e riso che hanno bisogno di acqua per crescere.
PIEMONTE - Viene stimata una riduzione del 30% delle foraggere con un danno conseguente per le aziende zootecniche. Sui cereali a semina autunnale c'è un calo di produzione del 30%. Gravi danni anche alla viticoltura con la produzione di acini sotto la media e molto radi.
© L'Ego-Hub
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LIGURIA - Danni al foraggio destinato a capre, pecore e mucche, ma colpiti sono anche gli uliveti e il basilico per il classico pesto alla genovese SICILIA: la Piana di Catania paga un sistema irriguo fatiscente ma persino chi ha sistemi di irrigazione moderni ha difficoltà a bagnare gli agrumi. A secco anche fichi dindia, seminativi, ortaggi.
PUGLIA - Il conto per la siccità, secondo la Coldiretti, è pari ad oltre 70 milioni di euro l'anno. A preoccupare è la riduzione delle rese di produzione di coltivazioni in campo come grano e altri cereali, ma anche di foraggi per l'alimentazione degli animali, di ortaggi e frutta. Si stima, inoltre, un calo sensibile della produzione di olive del 40%.
TOSCANA - Nelle campagne è sempre più concreto il rischio di una riduzione importante delle rese delle produzioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche di olivi, ortaggi e della frutta.
SARDEGNA - Il caldo torrido scatena milioni di cavallette che stanno devastando 30mila ettari di coltivazioni, divorando i raccolti delle campagne. A questi ritmi si rischia la distruzione di cinquantamila ettari entro poche settimane.
Emergenza laghi - La siccità colpisce anche i laghi. "Per i laghi del Centro la situazione non è facile e altrettanto vale per i fiumi - spiega a Il Messaggero Ramona Magno, responsabile dell'Osservatorio siccità del Centro nazionale delle ricerche. - Quando i loro livelli si abbassano si alzano le concentrazioni degli inquinanti che non riescono ad essere diluiti e, di conseguenza, causano problemi alla flora e alla fauna".