Le sigle sindacali hanno accettato il nuovo piano dell'esecutivo che apre la porta a nuovi confronti e trattative
I sindacati e l'azienda hanno accettato la proposta del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e il viceministro Teresa Bellanova per scongiurare i licenziamenti previsti all'interno di Almaviva. Il nuovo tentativo ministeriale include l'uso degli ammortizzatori sociali, la previsione di uscite solo volontarie fino al 31 marzo 2017 e la prosecuzione del confronto, con il supporto e la vigilanza del governo, per cercare di aumentare la produttività delle sedi italiane per evitarne la chiusura.
La proposta - Secondo il nuovo piano ministeriale le sedi di Roma e di Napoli dovranno allineare la propria produttività alle altre sedi aziendali mentre le parti si impegneranno "per individuare soluzioni in tema di recupero di efficienza e produttività". Allo stesso tempo il "il Governo proseguirà l'azione di vigilanza e sanzione con l'obiettivo di disincentivare la delocalizzazione". Inoltre si prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali e della contestuale previsione di uscite a carattere esclusivamente volontario fino al 31 marzo 2017.
I sindacati - Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno dato la loro disponibilità ad accettare il piano dell'esecutivo "che, per avere efficacia e credibilità, dovrà prevedere una costante e fattiva presenza del ministero". Ssi chiede al Ministro di sostenere i negoziati e " la coerenza dei comportamenti delle parti e di vigilare affinchè non prosegua il trasferimento di attività dai siti italiani a quelli esteri".
I prossimi tre mesi - "Abbiamo scongiurato che esplodesse una bomba sociale con il licenziamento di 2.511 lavoratori", ha ribadito il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Ha anche aggiunto: "Abbiamo tre mesi per risolvere positivamente la vertenza con l'ausilio del Governo e lavoreremo in questa direzione".
Almaviva: "Proposta in linea con politica aziendale" - La proposta del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda convince Almaviva che "ha accolto il piano di mediazione del governo". L'azienda di call center condivide "le linee guida" indicate in quanto "impegna le parti ad affrontare in termini strutturali le misure per il recupero di efficienza e produttività aziendale e per la conseguente messa in sicurezza della società" in riferimento agli interventi su produttività e sul costo del lavoro.