I pazienti venivano trasportati senza personale qualificato e a spese loro
© lapresse
Ambulanze "finte" a Roma. Di certo abusive. Più o meno come i taxi illegali. E' la sconcertante realtà emersa dopo i controlli effettuati dai carabinieri del nucleo radiomobile della Capitale in questi ultimi quattro mesi fuori dai nosocomi. Si tratta - come riportato da il Messaggero - di mezzi privi di qualsiasi licenza, vecchie ambulanze con centinaia di chilometri nel tachimetro. Veicoli ormai in disuso, perfino privi dei "fascioni" laterali, impegnati però a trasporti pazienti (quelli sì, veri e autentici) verso gli ospedali. Con gli spostamenti (ovviamente) pagati in nero.
Al momento i veicoli sequestrati sono tre, ma il numero, secondo gli investigatori, è destinato a salire. Ma cosa accadeva? Secondo gli investigatori qualcuno, all'interno degli ospedali, per i pazienti non particolarmente gravi, era incaricato di telefonare al privato che disponeva il veicolo che poi effettuava il trasporto, verso casa o verso una clinica privata. A bordo nessun personale qualificato, ma due persone senza competenze sanitarie (uno alla guida e uno dietro con il paziente). Un mercato nero che ha generato profitti. Per spostamenti anche di pochi chilometri, infatti, venivano richiesti fino a 250 euro.