Lo ha stabilito una consulenza tecnica chiesta dalla procura di Ivrea ma servirà una ulteriore perizia per accertare le eventuali responsabilità
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Sarebbe stata una pertosse a causare l'insufficienza respiratoria che, lo scorso febbraio, ha portato alla morte Andrea Vincenzi, 12 anni, giovane promessa del calcio. Il ragazzo era stato dimesso tre volte in 48 ore dal pronto soccorso dell'ospedale di Chivasso. È quanto emerso dalla consulenza tecnica chiesta dalla procura di Ivrea al dottor Alessandro Marchesi.
Nella relazione, Marchesi suggerisce un'ulteriore perizia a cura di un pediatra per valutare l'adeguatezza delle cure prestate dalle equipe mediche dell'ospedale di Chivasso che hanno visitato il giovane. Il fascicolo, per il momento, è ancora a carico di ignoti. Il ragazzino, che giocava nel Gassino-San Raffaele era deceduto dopo un ricovero d'urgenza all'ospedale regina Margherita. La situazione era infatti precipitata dopo le tre dimissioni dal nosocomio di Chivasso. Tra i principali sintomi, Andrea aveva una tosse definita "abbaiante", fin dalla prima visita in pronto soccorso e l'ipotesi iniziale era quella di una polmonite. Nonostante il vaccino e il conseguente richiamo, il bambino aveva contratto il batterio che aveva portato all'infezione ai polmoni.
Già l'autopsia aveva rilevato un forte versamento pleurico, in particolare a un polmone, che generò l'insufficienza respiratoria risultata fatale al 12enne. I genitori del piccolo si sono affidati a un legale e chiedono da mesi che venga fatta chiarezza su quello che è successo.