Trovato senza vita a Perugia

Andrea Prospero, la drammatica chat dell'arrestato prima del suicidio: "Tu gli parli ma lui è morto"

Una conversazione che ha portato il procuratore di Perugia Raffaele Cantone a contestare il reato di induzione al suicidio

17 Mar 2025 - 23:03

Gli attimi prima e dopo la morte di Andrea Prospero, il 19enne studente universitario trovato senza vita in un appartamento a Perugia il 29 gennaio sarebbero racchiusi in una chat. Uno scambio di messaggi ora agli atti dell'indagine della polizia di Perugia che ha portato agli arresti domiciliari per induzione o aiuto a togliersi la vita al diciottenne romano. Una conversazione via web "particolarmente drammatica", secondo il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, perché relativa "ai momenti immediatamente precedenti" all'assunzione dei farmaci letali. Nella quale lo stesso giovanissimo romano, ancora liceale e attivo sul web con vari nickname, dopo che Prospero non avrebbe risposto a una terza persona, avrebbe concluso dicendo: "Guarda che stai parlando con un morto".

Nella chat ci sarebbero anche i dubbi di Prospero che avrebbe confidato al quasi coetaneo di non avere la forza di compiere il gesto e avrebbe ricevuto in cambio l'incoraggiamento a farlo con indicazioni su come fare. E ancora: una volta ingeriti i farmaci, osservano gli inquirenti, il 18enne non avrebbe pensato a chiamare i soccorsi ma a cancellare le tracce per risalire a lui.

Per uno dei legali dei congiunti del giovane abruzzese, l'avvocato Francesco Mangano, l'indagine "ha cominciato a dare risposte importanti alle domande legittime della famiglia". Il suo auspicio è però che "la tragedia di Andrea possa anche, come forse una magrissima consolazione, essere un monito per tanti ragazzi che in Rete non trovano l'oceano in cui navigare ma piuttosto un abisso profondo ed estremamente pericoloso".

"Sinceramente, ho ancora dei dubbi che lo abbia fatto, volontariamente o aiutato da qualcuno. Io sono sempre del parere che si tratti di omicidio", ha detto invece Michele Prospero, il papà di Andrea.

Per il momento restano gli attimi che avrebbero preceduto e seguito il suicidio del giovane abruzzese "più volte incitato e incoraggiato dall'indagato a farlo". In particolare, quando - secondo la ricostruzione della squadra mobile di Perugia e della polizia postale -, come si diceva, Prospero avrebbe manifestato all'amico di non avere la determinazione a compiere il gesto, chiedendogli quindi un incoraggiamento. Incoraggiamento che poi avrebbe ricevuto dall'indagato, che - sempre secondo l'accusa - gli avrebbe fatto superare la paura inducendolo a ingerire i farmaci e a togliersi la vita.

"Questo è il mondo della Rete, con delle conseguenze drammatiche anche per chi non lo guarda solo da giurista ma anche da genitore" il commento di Cantone durante un convegno. "Due persone che non si erano mai conosciute personalmente hanno iniziato a parlare dei loro problemi - ha detto - e uno di questi due è riuscito sostanzialmente a convincere l'altro a fare un gesto estremo, che è quello del suicidio. Allora dobbiamo farci serie di domande". 

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