Inizialmente era sembrato che si trattasse di un incidente domestico, ma l'autopsia ha rivelato che la donna sarebbe stata soffocata. Dopo l'omicidio foto e video per costruirsi un alibi
Quello che sembrava un decesso per un incidente domestico di un'anziana a Milano, in realtà è stato un caso di omicidio. La donna, Stefanina Riva, di 75 anni, era stata trovata morta nella sua casa in via Wildt nella notte tra il 12 e 13 gennaio. Inizialmente si era pensato che la morte fosse stata causata da una caduta, ma l'autopsia ha svelato che era stata soffocata. Così Pietro Federico Crotti, il figlio 48enne della donna. è stato arrestato dalla polizia con le accuse di omicidio volontario aggravato e maltrattamenti. Il movente sarebbe economico: dopo un bonifico da conto a conto, l'uomo avrebbe prelevato circa 30mila euro della madre.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti il figlio, un consulente libero professionista, aveva chiamato il 118 nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, dicendo che la madre stava male. La donna, con problematiche di salute importanti, e che assumeva regolarmente farmaci, era poi stata trovata senza vita, riversa a terra nella sua casa, in zona Lambrate. Presentava ferite vistose, compatibili con una caduta. L'uomo aveva raccontato che, quando la donna era caduta, stava lavorando al pc.
Gli investigatori della Squadra mobile hanno subito notato che c'era qualcosa che non quadrava: l'autopsia ha infatti rivelato che la donna è morta per soffocamento. Sono poi emerse incongruenze sui tempi della chiamata al 118 rispetto alla versione data dal 48enne. Inoltre le indagini hanno accertato che, dopo la morte della madre, l'uomo avrebbe effettuato un bonifico dal conto dell'anziana al suo e il giorno dopo avrebbe prelevato in banca circa 30mila euro.
E' emerso poi il particolare che l'uomo aveva scattato fotografie e realizzato alcuni video con il telefono, mostrando il corpo della donna già morta e usando in quei filmati finte espressioni d'affetto verso la mamma. Nelle immagini lui dice che la donna aveva sbattuto la testa cadendo, che lui aveva le cuffie e non aveva potuto aiutarla. Tutto questo prima di chiamare i soccorsi, pochi minuti prima delle 3 del 13 gennaio. Questo è quanto si evince dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip Fiammetta Modica che, come richiesto dalla pm, ha riconosciuto le accuse di omicidio volontario, anche aggravato dalla premeditazione, oltre che dei motivi abietti e futili, e di maltrattamenti.
Dalle analisi del telefono dell'uomo, che aveva problemi di droga e alcol da anni e con ricoveri alle spalle in reparti psichiatrici per abuso di sostanze e precedenti per maltrattamenti sulla sua ex, è emerso poi un video del 28 dicembre, allarmante secondo la giudice, perché l'uomo cercava di precostituirsi una giustificazione plausibile per la morte della madre, dicendo che assumeva vari farmaci.
Pochi giorni prima il Inoltre il 18 novembre, 10 giorni prima di un altro video recuperato, c'era stato il riscatto della polizza vita dell'anziana. Il rituale macabro delle foto trovate nel cellulare, poi, hanno attestato che la donna era già morta a mezzanotte e 32 minuti del 13 gennaio. Agli atti sono finite poi intercettazioni, anche ambientali, in cui l'uomo confessa, in sostanza, di aver ammazzato la madre strangolandola, parlando da solo nella sua auto.
In questi due mesi l'uomo è stato convocato per un interrogatorio, in cui gli sono state fatte domande sui nuovi elementi che erano emersi nel frattempo, ma il 48enne si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Le indagini hanno accertato che nell'ultimo periodo aveva problemi economici, che era andato a vivere con la madre dopo la separazione dalla moglie e che era preoccupato per gli obblighi di mantenimento dei figli.
Si ipotizza dunque che quella notte il 48enne abbia strangolato a mani nude la madre, anche se gli esiti finali dell'autopsia non sono ancora stati depositati. E' venuto inoltre alla luce che nella casa le forze dell'ordine in passato erano già intervenute per liti.