Sentenza definitiva per don Paolo Piccoli che dovrà scontare 21 anni e 6 mesi di carcere per l'omicidio di monsignor Rocco. L'ex parroco di Santa Teresa soffocato nel 2014 dopo aver sorpreso il confratello in camera mentre gli stava rubando alcune statuette religiose
don Paolo Piccoli © Instagram
I carabinieri hanno arrestato a Roma don Paolo Piccoli, dopo che la Cassazione, respingendo il ricorso della difesa, ha reso definitiva la sentenza di condanna a 21 anni e 6 mesi di carcere per l'omicidio di un anziano sacerdote. Il prete è stato infatti riconosciuto colpevole di aver ucciso monsignor Giuseppe Rocco, ex parroco di 92 anni trovato senza vita nella sua stanza della Casa del Clero di Trieste il 25 aprile 2014. Secondo l'accusa, era stato strangolato dal confratello che era stato sorpreso mentre gli rubava alcune statuette religiose. Don Piccoli, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, è ora piantonato in ospedale.
Monsignor Rocco era stato ucciso, all'alba, mentre dormiva. Secondo l'accusa con un'azione combinata di soffocamento e strozzamento con rottura dell'osso del collo. Don Piccoli aveva tappato naso e gola e poi aveva stretto il collo, al culmine di una colluttazione, fino al decesso. All'inizio, vista anche l'età del prelato, era sembrata una morte naturale. Poi, durante gli accertamenti, sono state trovate tracce di sangue sulle lenzuola che avevano aperto la strada a nuove ipotesi. Inoltre, la perpetua di don Rocco - era stata lei a scoprire il cadavere - si era subito accorta dei segni sul volto dell'uomo e che mancava una collanina d'oro. La testimonianza della donna e la tracce di sangue hanno indotto la Procura ad approfondire la vicenda.
Nel marzo 2024 la Corte d'assise d'appello di Venezia aveva confermato la condanna a 21 anni e 6 mesi al sacerdote. Tale sentenza chiudeva il processo bis iniziato a seguito di una sentenza della Cassazione che a marzo 2023 aveva annullato la condanna a 21 anni e 6 mesi pronunciata in primo grado a Trieste e confermata successivamente in secondo grado.
Il motivo principale dell'annullamento era stata la mancata ammissibilità di una serie di accertamenti irripetibili svolti dai consulenti di parte, a cui don Piccoli non era mai stato avvisato. Secondo la difesa c'era un quadro indiziario già abbastanza delineato che avrebbe dovuto portare gli inquirenti ad avvisare il sacerdote, che però non era ancora iscritto nel registro degli indagati. Per la difesa quindi gli accertamenti tecnici del Ris sul luogo del delitto - come scrive il quotidiano Il Piccolo - non sarebbero stati ammissibili. Era stata la stessa Procura generale a chiedere l’accoglimento di quel motivo del ricorso della difesa.
La sentenza, emessa dalla Cassazione martedì, ora cala il sipario sul caso, dopo 11 anni di iter processuale. Don Piccoli non era presente in aula per la lettura del verdetto. Residente a Verona, è ricoverato all'ospedale Gemelli di Roma, dopo un'operazione. "Il mio assistito si è sempre dichiarato e continua tuttora a dichiararsi innocente - afferma l'avvocato Calderoni al quotidiano Il Piccolo, dopo aver comunicato il verdetto al prete -. È stato un processo durissimo, tutto in salita, iniziato con una condanna che non è stato possibile scalfire".