Il 76enne era titolare di un negozio di alimentari e in passato era stato vicesindaco del paese
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Il 17enne fermato nell'inchiesta per l'anziano ucciso nel Comasco ha confessato. Ai carabinieri del Nucleo investigativo di Como, che indagano sul delitto, ha detto di essere il responsabile dell'omicidio. La vittima, Candido Montini di 76 anni, era titolare di un negozio di alimentari e in passato era stato vicesindaco di Garzeno. Dopo l'interrogatorio, il giudice ha convalidato il fermo del giovane e disposto la custodia cautelare in carcere per omicidio volontario e rapina.
"Anche questa tragica vicenda, che segue a breve distanza di tempo altri eventi parimenti drammatici che hanno come protagonisti giovani appartenenti a famiglie inserite nel contesto sociale, evidenzia un gravissimo e allarmante disagio che non viene tempestivamente intercettato né dalla famiglia, né dalla scuola, né dalle diverse agenzie del territorio", ha evidenziato il presidente del Tribunale dei minori, Maria Carla Gatto.
Il ragazzo, parente alla lontana della vittima, era stato fermato, dopo quasi un mese di indagini, perché le sue tracce biologiche - dopo prelievi a tappeto di Dna nella piccola frazione di Catasco di Garzeno - erano state trovate sull'arma del delitto, un coltello da cucina, abbandonato a poche decine di metri dall'abitazione dell'anziano, dove l'uomo è stato ucciso con una ventina di coltellate. Era stato trovato in strada, non lontano dalla casa, anche il portafoglio dell'anziano, senza contanti all'interno. Oltre, poi, a impronte del ragazzo sul coltello e in casa. Era emerso anche che il giorno prima del delitto il giovane aveva litigato con la vittima, perché Montini si era rifiutato di cambiargli 300 euro, palesemente falsi.