Francesco punta il dito contro l'indifferenza generale e collettiva sulle uccisioni di cristiani. Frizioni con le autorità turche che non gradiscono il discorso del Pontefice e convocano l'ambasciatore del Vaticano in Turchia
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"Anche oggi stiamo vivendo una sorta di genocidio causato dall'indifferenza generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che esclama: 'A me che importa?'; 'Sono forse io il custode di mio fratello?'". Lo ha detto Papa Francesco all'inizio della messa per gli armeni, parlando delle violenze contro i cristiani. "La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima è il genocidio armeno", ha affermato.
"In diverse occasioni - ha detto il Pontefice nel saluto all'inizio della liturgia - ho definito questo tempo un tempo di guerra, una terza guerra mondiale 'a pezzi', in cui assistiamo quotidianamente a crimini efferati, a massacri sanguinosi e alla follia della distruzione". "Purtroppo ancora oggi - ha aggiunto - sentiamo il grido soffocato e trascurato di tanti nostri fratelli e sorelle inermi, che a causa della loro fede in Cristo o della loro appartenenza etnica vengono pubblicamente e atrocemente uccisi - decapitati, crocifissi, bruciati vivi -, oppure costretti ad abbandonare la loro terra".
"Con la ferma certezza che il male non proviene mai da Dio, infinitamente Buono, e radicati nella fede, professiamo che la crudeltà non può mai essere attribuita all'opera di Dio e, per di più, non deve assolutamente trovare nel suo Santo Nome alcuna giustificazione", ha aggiunto.
Messaggio agli armeni: "Pace con Turchia" - "Dio conceda che si riprenda il cammino di riconciliazione tra il popolo armeno e quello turco e la pace sorga anche nel Nagorno Karabakh". E' un passaggio del "Messaggio agli Armeni" pronunciato dal pontefice nel centenario del "martirio" per opera degli ottomani. "Si tratta di popoli che in passato hanno vissuto lunghi periodi di pacifica convivenza. Il sacrificio di molti può diventare seme di giustizia e di pace", ha aggiunto il pontefice.
Ankara convoca ambasciatore Vaticano in Turchia- L'ambasciatore del Vaticano in Turchia è stato convocato dal ministero degli Esteri di Ankara. La chiamata giunge poche ore dopo le dichiarazioni di Papa Francesco sul massacro del popolo armeno, definito dal Pontefice "il primo genocidio del XX secolo". Lo riferisce lo stesso nunzio apostolico, Antonio Lucibello, aggiungendo che, nel colloquio, le autorità turche hanno espresso "il loro disappunto" per le parole di Bergoglio.
La Turchia richiama il proprio diplomatico in Vaticano - La Turchia ha richiamato il proprio ambasciatore presso la Santa Sede per protestare contro il richiamo fatto da papa Francesco sul genocidio degli armeni, che Ankara non riconosce.
Ministro turco: "Parole del Papa inaccettabili" - Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavuysoglu ha definito "inaccettabili" le parole di papa Francesco sul genocidio armeno del 1915-16. Il capo della diplomazia turca ha scritto su Twitter che "le dichiarazioni del Pontefice, che non sono fondate su dati storici e legali, sono inaccettabili".