CARICHE DELLA POLIZIA

Tunisini in rivolta a Lampedusa: feriti Sull'isola scatta la caccia all'immigrato

Gli extracomunitari minacciano di far saltare una pompa di benzina, gli abitanti tentano di linciarli. E dal Viminale arrivano le prime rassicurazioni: "Entro 48 ore tutti i clandestini via"

22 Set 2011 - 00:15
 © Ansa

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Sale la tensione tra immigrati e cittadini a Lampedusa. Un gruppo di tunisini ha rubato dal centro di accoglienza alcune bombole di gas e le ha portate nei pressi di una pompa di benzina al porto vecchio, minacciando di farle saltare in aria. E' stato necessario l'intervento di polizia e carabinieri per disperdere la folla inferocita, che ha tentato di linciare gli immigrati. Per le strade dell'isola è caccia al tunisino. Dieci i feriti.

Dal ministero degli Interni: "Entro 48 ore clandestini via"
Entro le prossime 48 ore tutti i clandestini presenti a Lampedusa saranno trasferiti per essere poi rimpatriati. Lo assicura il Sottosegretario all'Interno con delega all'immigrazione e asilo, Sonia Viale. "Gli atti vandalici e le rivolte poste in essere dai cittadini tunisini a Lampedusa nascono dalla loro consapevolezza di essere rimpatriati. Tali episodi di inaccettabile violenza non modificano il piano dei rimpatri, che prosegue e non subirà allentamenti", ha aggiunto.

Quasi tutti i tunisini sono rientrati nel centro

Sono rientrati nel centro accoglienza di Lampedusa quasi tutti i tunisini. Gli immigrati, spiegano alcuni agenti, sono rientrati nel Cpa di loro iniziativa, probabilmente preoccupati anche dall'ostilità di molti lampedusani.

Medici senza frontiere: grave la situazione igienica
I Medici senza frontiere hanno dato la loro assistenza nelle operazioni di soccorso di queste ore e denuncia una situazione igienica preoccupante. L'incendio nel Cpa di Lampedusa, dicono, si è sviluppato nella zona chiusa dle centro, dove gli immigrati sono trattenuti da giorni, sperimentando restrizioni all'accesso di servizi di base come l'assistenza sanitaria e legale. Medici senza frontiere, che più volte ha denunciato le inadeguate condizioni igieniche e di accoglienza dei centri, soprattutto in situazione di sovraffollamento, esprime "preoccupazione per la sicurezza di soggetti vulnerabili quali donne incinte e persone disabili che dovrebbero essere ospitate in strutture adeguate".

Caccia al tunisino per le strade dell'isola
Ronde di lampedusani vanno in giro per l'isola a caccia di tunisini, dopo gli scontri di stamattina. La tensione per le strade è alta, mentre i turisti prendono il sole nelle spiagge. Un lampedusano ha preso a calci un tunisino in fondo a via Roma, sotto gli occhi della polizia in tenuta antisommossa che è subito intervenuta, caricando l'immigrato nel furgone di Lampedusa accoglienza.

Tunisini minacciati di linciaggio
La Guardia di finanza ha caricato su un furgone i sei tunisini rimasti bloccati nel distributore di benzina dove avevano minacciato di fare esplodere delle bombole di gas e dove è avvenuto lo scontro a lanci di pietre con alcuni abitanti dell'isola. I lampedusani hanno anche tentato di linciare gli immigrati. Nella pompa di benzina la tensione rimane alta, la gente inveisce contro i giornalisti costringendoli ad allontanarsi.

Almeno una decina i feriti
Finora ci sono almeno una decina di feriti negli scontri di Lampedusa. Tra loro finanzieri, poliziotti e soprattutto tunisini, come spiega il responsabile sanitario Pietro Bartolo: "Sono in tutto una decina. Nessuno è in gravi condizioni, tranne un tunisino che ha riportato un trauma facciale a altri in diverse parti del corpo. E' lucido e con le cure adeguate si riprenderà". L'uomo è stato trasferito in elicottero in un ospedale di Palermo.

In salvo i tunisini disabili
"In una situazione che è diventata ormai estremamente pericolosa per tutti, l'Oim e le altre organizzazioni umanitarie a Lampedusa sono riuscite a mettere al sicuro un piccolo gruppo di immigrati disabili ospitati nel centro". Parola di Flavio Di Giacomo, responsabile comunicazione dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Nella struttura c'erano otto tra paraplegici, sordomuti, che ieri erano stati aiutati a scappare. I disabili sono stati portati nella base Loran, dove al momento la situazione è tranquilla.

Turco: "Governo faccia qualcosa"
"La situazione dopo la rivolta di ieri nel centro di accoglienza di Lampedusa e i violenti scontri che oggi si stanno verificando in diverse zone della città tra tunisini e polizia, desta enorme preoccupazione. La situazione è divenuta esplosiva perché il governo fa tutto meno che svolgere i propri compiti". Lo scrive in una nota Livia Turco, presidente forum Immigrazione del Partito Democratico secondo cui "le rassicurazioni date giorni fa al sindaco De Rubeis dal ministro Maroni, al fine di riportare alla normalità la situazione nel centro di accoglienza, si sono, come visto ieri, rivelate infondate".

Gravi scontri tra forze dell'ordine e immigrati
Scontro fra le forze dell'ordine in assetto antisommossa e gli immigrati che erano ospiti del centro di prima accoglienza dell'isola, dove ieri è scoppiato un incendio. Dalla struttura in muratura vicino alla pompa di benzina dell'isola si vedono gli immigrati che vengono presi a manganellate dagli agenti e che cadono da circa 3 metri di altezza.

Sindacato polizia: "Delittuosa superficialità del governo"
"Il dramma che si sta consumando in queste ore a Lampedusa, con lo scoppio di una vera e propria guerra che sta gettando nel terrore i cittadini dell'isola, è l'ennesima prova dell'incapacità del governo di affrontare in maniera seria ed efficace il problema dell'immigrazione". Lo afferma Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp - il Sindacato Indipendente di Polizia. "L'immobilismo, la negligenza, l'improvvisazione, la superficialità con cui si tratta il problema della permanenza degli immigrati nei centri di accoglienza - prosegue Maccari - assume caratteri delittuosi. Fa troppo comodo, forse, mantenere una costante situazione di emergenza dietro la quale si nasconde un business dai fatturati stratosferici".

"Se ci scapperà il morto, - conclude Maccari - sappiano quei politici che oggi dormono o stanno a guardare, che non accetteremo lacrime istituzionali o inutile solidarietà. Tutelino oggi l'incolumità degli uomini e delle donne delle Forze dell'Ordine, ponendo finalmente fine a questo scandalo che rappresenta l'ennesima vergogna dell'Italia agli occhi del mondo".

Lampedusani aggrediscono un tunisino
Due giovani hanno avvicinato un tunisino e lo hanno picchiato. Immediatamente sono intervenuti i poliziotti e i finanzieri che si trovavano nei pressi e hanno fatto da scudo all'immigrato. "Ve ne dovete andare, bastardi - gridano i lampedusani ai tunisini - avete rovinato un'isola. Non vi vogliamo piu'". Intanto il gruppo di tunisini che aveva rubato le bombole di gas è ancora sorvegliato a vista preso il distributore di benzina per evitare che i lampedusani li possano aggredire. Alcuni di loro hanno delle ferite al volto.

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Insegnanti chiudono le scuole
Il dirigente della scuola di Lampedusa, dopo avere consultato il sindaco, ha chiuso il portone e chiesto agli insegnanti di vigilare sugli alunni e al personale di controllare gli accessi. La decisione è stata presa in seguito agli scontri tra tunisini, forze dell'ordine e lampedusani avvenuti stamani in paese. Tra le gente c'è paura e timore che i migranti che vagano per l'isola possano aggredire bambini e ragazzi.

Decine di feriti dopo gli scontri, immigrato in semicoma
Sarebbero decine le persone rimaste ferite dopo gli scontri che a Lampedusa hanno coinvolto alcune centinaia di tunisini che stavano manifestando, le forze dell'ordine che li hanno caricati e un gruppo di abitanti di Lampedusa che protestano contro la presenza sull'isola dei migranti. Fino ad ora sono stati medicati nel Poliambulatorio dell'isola due agenti di polizia e un militare della Guardia di Finanza, oltre a una decina di clendestini che presentano diverse escoriazioni e contusioni. Per uno di loro, in uno stato di semicoma, il responsabile sanitario, Pietro Bartolo, ha chiesto il trasferimento urgente a Palermo in eliambulanza.

Il sindaco barricato in casa con una mazza da baseball
E' asserragliato nella sua stanza il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che viene scortato da tre agenti di polizia, dopo che stamattina tre lampedusani hanno tentato di aggredirlo, contestandogli di avere tenuto una linea morbida sull'immigrazione. In un cassetto dell'ufficio, De Rubeis tiene una mazza da baseball. "Mi devo difendere, e sono pronto a usarla, scrivetelo pure", dice. "Siamo in presenza di uno scenario da guerra, - aggiunge - lo Stato mandi subito elicotteri, navi per trasferire i tunisini che vagano per l'isola dopo avere incendiato ieri il centro di accoglienza". Davanti al municipio ci sono decine di persone, alcune contestano il sindaco, altre urlano contro gli immigrati.

De Rubeis: "Siamo in guerra"
Il dirigente della scuola di Lampedusa, dopo avere consultato il sindaco, ha chiuso il portone e chiesto agli insegnanti di vigilare sugli alunni e al personale di controllare gli accessi. La decisione e' stata presa in seguito agli scontri tra tunisini, forze dell'ordine e lampedusani avvenuti stamani in paese. Tra le gente c'è paura e timore che i migranti che vagano per l'isola possano aggredire bambini e ragazzi.

"Ho cercato invano di contattare Berlusconi o Maroni"
"Ho cercato di parlare con il premier e il ministro Maroni fino a tarda sera, ma non è mai stato possibile". Il sindaco di Lampedusa Bernardino de Rubeis ha raccontato questa mattina a Radio 24 i suoi tentativi di avere risposte da Roma, mentre sull'isola scoppiava la protesta degli immigrati tunisini. "Bisogna velocizzare i tempi per il trasferimento degli immigrati - ha detto aggiunto de Rubeis-. La gente di Lampedusa è arrabbiata per quello che è accaduto e rischiamo di averla in mezzo alla strada a protestare, dopo i 50mila immigrati che abbiamo ospitato e l'esempio che abbiamo dato nei mesi scorsi".

Caccia ai giornalisti

E' quasi caccia ai giornalisti a Lampedusa. Davanti al distributore di benzina dove la polizia in assetto antisommossa ha caricato alcuni tunisini che minacciavano di fare esplodere delle bombole di gas, la gente ha inveito contro alcuni cronisti. "Andatevene è meglio per voi", ha urlato con toni minacciosi un gruppo di una trentina di lampedusani. I cronisti sono stati accerchiati e costretti ad andr via. "Non vi vogliamo, sparite", gridava.

Sassaiola tra immigrati e lampedusani
Sassaiola tra un gruppo di immigrati tunisini e una cinquantina di lampedusani, nei pressi del distributore di benzina a Lampedusa. I lampedusani hanno iniziato a tirare pietre contro i tunisini che minacciavano di far saltare in aria bombole di gas.

Idv: "Gravi le parole della Lega incitano all'odio"
"La politica dei campi da golf e delle ville comprate a Lampedusa ha miseramente fallito. Dopo lo spot lampedusano dov'è finito Berlusconi? Dove sono le sue promesse? E perché rimane in silenzio di fronte alla grossa emergenza che Š scoppiata sull'isola siciliana? Ha ragione Berlusconi è un premier a tempo perso". E' quanto afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, che aggiunge: "Sono gravissime e irresponsabili le affermazioni del vicepresidente del Senato, il leghista Bodega, che parla di 'lotta dura senza paura', un vero e proprio incitamento all'odio. Cosa ne pensa il ministro dell'Interno Maroni?".

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