Dopo il tragico ritrovamento dello studente, restano aperte tutte le ipotesi sulla morte
Malore? Omicidio? Suicidio? Sono queste le tre ipotesi aperte sulla fine, ancora senza un perché, di Roberto Straccia. Lo studente universitario di Pescara è scomparso da casa il 14 dicembre ed è stato ritrovato cadavere in mare sabato 7 gennaio, contro gli scogli a nord di Bari.
Perché si sarebbe buttato in mare, lui che non sapeva nuotare? Ci è stato spinto? E' stato ucciso? Si è tolto la vita? Ha avuto un malore ed è caduto in mare? Tutte le ipotesi restano aperte, e a dare qualche indicazione in più potrebbero essere gli esiti dell'autopsia, prevista per mercoledì.
Dalle prime indicazioni, come scrive il "Giorno", sul corpo non ci sarebbero segni di violenza. E, se tutte le ipotesi restano al vaglio degli inquirenti, quella su cui si punta di più è quella del suicidio.
E, se a Pescara resta aperto, in attesa che l'autopsia confermi che il cadavere è quello dello studente, un fascicolo per sequestro di persona, a Bari si indaga per istigazione al suicidio. I familiari sono certi che Roberto non si sia tolto la vita di sua volontà e non escludono che il giovane possa essere stato aggredito e gettato dal ponte. Proprio quello che accadde su un ponte potrebbe infatti rivelare la fina del giovane, che abitualmente faceva jogging partendo dallo stabilimento balneare Le Canarie e arrivando fino alla Nave di Cascella, passando sul Ponte del Mare. Che sia caduto, o sia stato buttato in mare, proprio da quel ponte?
La famiglia proponde per la seconda ipotesi, ma anche l'eventualità di un malore potrebbe essere alla base della tragedia. Proprio la mattina della scomparsa Roberto aveva chiesto la tesi all'università e stava preparando la festa per il suo compleanno, il 28 dicembre. Si era messo in contatto con gli amici tramite Facebook, e poi era uscito per la sua corsa. Per scomparire. Fino al ritrovamento di sabato mattina. Che ancora non svela che cosa gli è successo veramente.