QUANDO IL BENE FA NOTIZIA

A Milano arriva l’area C…ampione Premiati 15 esempi di solidarietà

Un riconoscimento per dar visibilità a chi si impegna ogni giorno nel sociale. Premio alla memoria a Sandro Usai, morto per aiutare gli abitanti di Monterosso

10 Feb 2012 - 07:00
 © Tgcom24

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Per una manciata di ore c’è stata un’area C che nessun milanese ha avuto il coraggio di contestare. Un’area C che, ne siamo convinti, centinaia di milanesi e italiani vorrebbero estendere per tutto l’anno, festivi compresi. L’area in questione è quella del premio “Il Campione”, arrivato all’edizione numero undici e pensato per dare il giusto riconoscimenti a protagonisti di ordinaria umanità e straordinaria solidarietà. L’idea è nata da Mario Furlan, fondatore dei City Angels, mentre il compito di scegliere i “vincitori” è toccato anche quest’anno a quindici direttori di testate giornalistiche nazionali, compreso Tgcom24.it.

Alla Sala dell’Orologio di Palazzo Marino davanti a Giuliano Pisapia (presente dal primo all’ultimo minuto della cerimonia, ndr), si sono succeduti esempi noti e meno noti di chi ha fatto del bene per il prossimo negli ultimi dodici mesi. In tutto quindici i premiati, accolti da tanti applausi e istanti di palpabile commozione. Impossibile, ad esempio, negare il groppo alla gola per Sandro Usai,il volontario della Protezione civile morto il 25 ottobre scorso per salvare gli abitanti di Monterosso. A lui il premio “Campione per l’impegno civile”, ritirato dalla moglie Elena, madre di due bambini. Impossibile non applaudire Nedo Fiano, classe 1925 e sopravvissuto ad Auschwitz e “Campione per la Memoria”: “Quando scriviamo di Fiano - ha chiosato Furlan - non dobbiamo scrivere “testimone” quanto “Testimone” di cosa è stato il nazismo.

Diverso l’approccio per Giuseppe Pilo, romano, nella precedente vita funzionario della Banca d’Italia e in quell’attuale fondatore di “Sanes”, una no-profit che assiste bambini malati di leucemia. “Fare volontariato significa fare quelle cose che non ci sogneremmo di fare se pagati” ha detto il “Campione per il Volontariato”. Sempre prima fila nel sociale e “Campione per il Reinserimento” Antonella Baldo Capelvenere, attiva con don Mazzi in “Oltre l’immagine”, associazione culturale che punta al recupero dei detenuti attraverso i musical.

Anche quest’anno Furlan e i quindici direttori hanno messo sullo stesso piano personaggi famosi e personaggi che si muovono nel (quasi) più completo anonimato. Un esempio? Da un lato Edoardo Stoppa (“Striscia la notizia” e “Campione per lo Spettacolo”) e dall'altro Djana Pavlovic, attrice serba di etnia rom in prima fila nelle scuole italiane per l’inserimento dei nomadi (a lei il riconoscimento “per l’integrazione”.  Al giornalista Francesco Bomprezzi il premio per “i diritti” (nella fattispecie quelli dei disabili), alla ricercatrice Ilaria Capua (prima a depositare la sequenza genetica del ceppo africano dell’influenza H5N1 in versione open access) il "Campione per la Scienza” mentre l’associazione CasAmica (che si fa carico di ospitare gratuitamente a Milano i malati e i loro familiari) ha ritirato il riconoscimento “per l’Accoglienza”.

E lo sport? Immancabile quando dimentica agonismo e competizione. Ecco quindi il “Campione per lo Sport”, vale a dire un’algida Valentina Arrighetti, pallavolista del Bergamo Volley nonché campionessa del mondo 2011 in Giappone: il suo merito è di aver pensato alla sua Genova alluvionata, organizzando di una partita di beneficenza e alle prese con l’All Star Game della pallavolo. Una declinazione di sport ancora differente quella di Ottavio Tazzi, 84enne allenatore milanese di pugilato. La sua scuola ha tolto manodopera alla criminalità organizzata e dato lustro all’Italia (sette i campioni del mondo usciti dalla sua palestra). A Tazzi, definito “l’anti-luogo comune” il premio “per l’educazione”.

Due i premi speciali, infine, ai cosiddetti “Campioncini”, ragazzi o classi che hanno anche il prossimo nel cuore. Non può essere diversamente per Avy Cassuto, 12enne studente della scuola ebraica di Milano colpito in volto dalla pietra scagliata da un compagno di classe. Avy ha porto l’altra guancia, garantendo al suo aggressore di non raccontare niente ai professori ed evitandogli ogni tipo di sanzione. Quattordici invece sono le campionesse della scuola milanese Monforte Faes che aiutano la Mensa dei Poveri di via Ponzio e portano gioia visitando gli anziani della casa di riposo “Il nuovo focolare”

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