Grosseto, nuova accusa dalla procura per il comandante della Concordia: avrebbe nascosto l'incidente alla Capitaneria di porto. Il ministero dell'Ambiente parte civile nell'inchiesta
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Si aggiunge una nuova accusa a quelle di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di incapaci e abbandono della nave, per Francesco Schettino, comandante della Costa Concordia. Gli inquirenti lo hanno iscritto nel registro degli indagati anche per omessa comunicazione alle autorità marittime. In pratica Schettino avrebbe cercato in un primo momento di nascondere alla Capitaneria di porto l'incidente avvenuto contro gli scogli del Giglio.
La nuova accusa è stata notificata ieri al comandante della Concordia contestualmente con gli avvisi di garanzia ai sette nuovi indagati. La procura di Grosseto ha contestato la nuova ipotesi di reato contro Schettino in base al diritto della navigazione. Per gli inquirenti Schettino deve rispondere nello specifico anche di non aver comunicato alla Capitaneria di porto di Livorno l'effettiva gravità della situazione, ritardando così le procedure di emergenza e soccorso.
"Schettino fece dire notizie false ai passeggeri"
Tra le colpe imputate dagli inquirenti al comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, c'è di aver fatto comunicare più volte a passeggeri ed equipaggio, con annunci in più lingue diramati via interfono, informazioni false e tali da impedire il tempestivo e regolare abbandono della nave. In particolare, rilevano i pm di Grosseto, Schettino fece dire che c'era stato un black out quando, sostengono sempre i pm, era pienamente consapevole che la nave imbarcava acqua da una maxi-falla.
Schettino: "Sconvolto per Dayana"
"Sono sconvolto". Ha reagito così Francesco Schettino apprendendo dal suo difensore, Bruno Leporatti, la notizia del ritrovamento della bimba Dayana Arlotti dentro il relitto della Costa Concordia. Lo ha riferito oggi il legale dicendo che "ogni volta che trovano un corpo, Schettino prova dolore. Per la bimba anche di più".
Procura: "Altri ufficiali potevano agire, ma non lo fecero"
Anche se il comandante Francesco Schettino negava le corrette informazioni alla Capitaneria di porto e non prese subito la decisione di dare l'allarme generale e di attivare i soccorsi, il comandante in seconda Roberto Bosio avrebbe potuto intervenire al suo posto e, secondo precisi protocolli marittimi, operare per limitare i danni del naufragio e avvisare prima le autorità. Anche per questo la procura di Grosseto ha indagato per cooperazione in omicidio plurimo colposo Bosio e altri ufficiali in plancia.
"Schettino usò carte nautiche inadeguate"
Secondo la Procura di Grosseto, "per la preventivata navigazione sotto costa nelle acque antistanti l'isola del Giglio", Schettino fece utilizzare all'ufficiale cartografo Simone Canessa "carte nautiche inadeguate per la scala troppo grande e per il conseguente minor dettaglio nella rappresentazione della costa e dei fondali" e "non ha provveduto, prima della partenza, ad equipaggiare la nave in maniera idonea al viaggio".
Ministero dell'Ambiente si costituirà parte civile
"Il ministero dell'Ambiente si costituirà parte civile nell'inchiesta inerente il naufragio della nave Costa Concordia, avvenuto all'Isola del Giglio il 13 gennaio, per far valere in giudizio eventuali danni ambientali". Lo comunica una nota del dicastero.