Custodia cautelare anche per professionisti e dirigenti. Nella bufera i vertici del Comune
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Avevano rapporti continui con consiglieri e assessori del Comune di Bari, con i quali tenevando addirittura riunioni settimanali, gli imprenditori Daniele e Gerardo Degennaro, arrestati su mandato del gip. E proprio da loro il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ricevette, a Natale 2007, "champagne, vino, formaggi" e molte altre delizie gastronomiche. Ma lui replica: non sapevo da chi mi arrivavano quei regali.
Insomma, avevano frequentazioni politiche importanti nell'ambiente di Bari gli imprenditori Vito, Gerardo e Daniele Degennaro, che esercitavano una "forte influenza politica" all'interno "delle formazioni politiche di maggioranza nel governo regionale e comunale" e "potevano contare sull'amicizia di diversi consiglieri e assessori della giunta (comunale, ndr) con i quali intrattenevano numerosissime conversazioni telefoniche e riunioni con cadenza settimanale in cui discutere la linea politica del gruppo della Margherita".
Tutti dettagli che vengono riportati nella richiesta di custodia cautelare (di 2.448 pagine) sulla base della quale il gip di Bari ha disposto l'arresto dei fratelli Daniele e Gerardo Degennaro, di due professionisti e di tre dirigenti comunali e regionali nell'ambito dell'inchiesta sulla realizzazione di rilevanti opere pubbliche dal 2004 in poi.
"Dal contenuto delle conversazioni intercettate - scrivono i pm Renato Nitti e Francesca Romana Pirrelli - emerge che i Degennaro potevano influenzare alcune decisioni politiche". Negli atti si ripercorre la natura dei rapporti tra i "più rilevanti politici" locali, tutti di centrosinistra, e i Degennaro ai quali "si aprono porte pur in mancanza di una immediata utilità per il pubblico ufficiale che quelle porte avrebbe dovuto tener chiuse".
"E' questa la ragione per la quale non sono state contestate - annotano i pm -, in tutti i casi, specifiche ipotesi di reato nelle condotte di pubblici amministratori, ancorché certamente sintomatiche di ampia disponibilità verso il gruppo Degennaro".
Dagli atti risulta che i Degennaro hanno avuto rapporti con il sindaco di Bari, Michele Emiliano, con il consigliere comunale Gaetano Anaclerio, con Massimiliano Vitale della segreteria provinciale del Pd, con Emanuele Sannicandro (il quale chiama "grande capo" Vito Degennaro, fratello di Daniele e Gerardo), con l'ex vicesindaco Emanuele Martinelli, con l'ex assessore comunale Antonio Decaro, ora capogruppo del Pd alla Regione Puglia (che avrebbe chiesto l'assunzione di un suo segnalato), con Antonio Ricco, ex factotum di Emiliano, con gli assessori comunali Ludovico Abbaticchio, Giovanni Giannini e con l'ex assessore Simonetta Lorusso. I soli che negli anni scorsi hanno ricevuto avvisi di garanzia sono Martinelli e Ricco, tutti gli altri invece, come confermano fonti della Procura, non sono indagati.
Champagne e ostriche imperiali per il sindaco
L'informativa della Guardia di finanza sottolinea che il sindaco Emiliano, in occasione del Natale del 2007, ha ricevuto dai Degennaro "champagne, vino e formaggi, quattro spigoloni (grosse spigole, ndr), venti scampi, ostriche imperiali, cinquanta noci bianche, cinquanta cozze pelose, due chili di allievi (seppioline, ndr) locali di Molfetta e otto astici". Stesso pacco regalo, si sottolinea, era stato inoltrato a Onofrio Introna, attuale presidente del Consiglio regionale pugliese, a Tonino Ricco, al giudice Amedeo Urbano del Tar Puglia, all'ex assessore alla Sanità della Regione Puglia, Alberto Tedesco, ora senatore, a Gaetano Anaclerio e Ludovico Abbaticchio.
Quanto al sindaco Emiliano, negli atti c'è un'annotazione che riguarda una "richiesta di assunzione", andata a buon fine, di un giovane operaio. Non ci sono prove che la richiesta sia stata fatta dal primo cittadino poiché della circostanza parlano al telefono un dipendente dell'ufficio del personale dei Degennaro e un professionista che lavorava per il gruppo.
Il sindao chiede gli atti alla Procura
Il sindaco di Bari ha subito chiesto ufficialmente alla Procura della Repubblica di Bari gli atti istruttori del procedimento penale sfociato negli arresti, nell'ambito dell'inchiesta su alcuni appalti pubblici in città, come riferisce in una nota del Comune di Bari, specificando che la richiesta è stata avanzata "'al fine di poter avviare l'indagine amministrativa interna necessaria per l'accertamento delle eventuali illegittimità e per la consequenziale adozione degli atti opportuni".
L'amministrazione comunale "segue il procedimento penale - prosegue la nota - come parte offesa sin dal 2007. All'esito dell'acquisizione e dello studio degli atti il sindaco di Bari si riserva ogni commento e valutazione. E' infatti necessario, prima di tirare qualunque conclusione, leggere tutti gli atti delle lunghe e laboriose indagini effettuate dalla Procura di Bari".