Don Pietro Vergari è accusato di concorso in sequestro. Fino al 1991 ha retto la basilica dove fu sepolto il boss della banda della Magliana Enrico De Pedis
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Don Pietro Vergari, ex rettore della Basilica di Sant'Apollinare, dove fu sepolto il boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis, è indagato dalla Procura di Roma per concorso nel sequestro di Emanuela Orlandi. Pochi giorni fa è stata aperta la tomba di De Pedis.
Il sacerdote fino al '91 fu rettore della basilica dove la ragazza fu vista per l'ultima volta. Concorso nel sequestro aggravato dalla morte e dalla minore età dell'ostaggio è il reato contestato dalla procura. L'ex rettore Vergari è indagato assieme a Sergio Virtù, autista di De Pedis, Angelo Cassani e a Gianfranco Cerboni, detto 'Gigetto', stretti collaboratori del boss. Quinta indagata è Sabrina Minardi, compagna di 'Renatino', unica supertestimone (spesso caduta in contraddizione) di questa vicenda.
La procura, nell'inverno del 2009, volendo capire le ragioni della sepoltura di De Pedis nella cripta della Basilica, raccolse le dichiarazioni, come persone informate sui fatti, della vedova Carla Di Giovanni, di monsignor Vergari e dell'attuale rettore don Petro Huidobro.
Gli inquirenti intendevano accertare, in particolare, se qualcuno avesse pagato per facilitare le pratiche per la sepoltura del boss. Di 'Renatino' e dei suoi familiari era stato lo stesso Vergari, sul suo sito che risale a qualche anno fa, a rivelare la natura dei rapporti: "Enrico De Pedis veniva come tutti gli altri, e fuori dal carcere ci siamo visti più volte: normalmente nella chiesa e altre volte fuori, per caso. Mai ho veduto o saputo nulla dei suoi rapporti con gli altri, tranne la conoscenza dei suoi familiari. Aveva il passaporto per poter andare liberamente all'estero. Mi ha aiutato molto per preparare le mense che organizzavo per i poveri. Quando seppi dalla televisione della sua morte, ne restai meravigliato".
Vergari replica: "Sono tranquillo, non ho nulla da nascondere"
"Sono assolutamente tranquillo, non ho nulla da nascondere", ha detto monsignor Vergari, secondo quanto riferisce chi lo ha incontrato. "Tutte quelle ossa ritrovate - ha aggiunto - non sono altro che ossa antichissime, risalenti a secoli fa quando anche i laici venivano sepolti nelle chiese".
Ossa recenti, anche il test del Dna di Mirella Gregori
Intanto si è appreso che le analisi della polizia scientifica si stanno concentrando su alcuni frammenti ossei, sembra di datazione recente, rinvenuti nella cripta di Sant'Apollinare. Sui frammenti considerati più interessanti si eseguirà il test del Dna non solo di Emanuela Orlandi ma anche di Mirella Gregori. La comparazione dei codici genetici prelevati dunque servirà ad accertare se alcuni resti rinvenuti nella cripta siano riconducibili anche a Mirella Gregori, la giovane scomparsa sempre nel 1983.
Pietro Orlandi: "C'è volontà di accertare i fatti"
"E' una notizia importante che conferma la volontà di capire e di accertare i fatti". Così Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza, cittadina vaticana, scomparsa misteriosamente nel 1983, commenta la notizia. "Io non ho mai conosciuto personalmente don Vergari - aggiunge -. Ma quello che posso dire, perché me lo hanno raccontato alcune delle amiche di Emanuela che in questi anni ho contattato, è che suor Dolores, la direttrice della scuola che frequentava Emanuela, faceva di tutto per tenere lontane le ragazze da don Vergari perché non entrassero in contatto con lui".