Palazzo Marino fa dietrofront sulla proposta dopo le pressioni arrivate da Pechino
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Rimandata sine die la decisione del consiglio comunale di Milano di conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, in occasione della visita della massima autorità religiosa buddista nel capoluogo lombardo dal 26 al 28 giugno. Il dietrofront sarebbe dovuto alle pressioni da parte della Cina, che considera il Dalai Lama un "pericoloso separatista".
La decisione è arrivata dopo due giornate di discussione nelle stanze di Palazzo Marino. La delibera del consiglio comunale che, come è già accaduto in altre città come Roma, Torino e Venezia, avrebbe dovuto consegnare le chiavi di Milano al leader buddista, era stata firmata da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione.
Invece oggi, l'aula di Palazzo Marino ha approvato la proposta di sospensione avanzata dal presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo. In 16 si sono dichiarati favorevoli al rinvio, 12 i contrari e 3 astenuti.
l motivi? I timori di possibili ripercussioni nei rapporti tra la città che ospiterà l'Expo 2015 e la Cina, che avrà uno dei padiglioni più importanti. E sembra che in Piazza della Scala siano arrivate pressioni direttamente dal console cinese, della prefettura e addirittura dalla Farnesina.
Dopo la decisione, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha dichiarato che riceverà lo stesso il Dalai Lama a Palazzo Marino. Il primo cittadino ha annunciato di voler lavorare insieme al consiglio a una "soluzione alternativa" per accogliere il leader spirituale buddista in occasione della sua visita. Tra le proposte l'invito a parlare proprio nell'aula del Comue. "Come sindaco di Milano, da quando ho saputo della notizia che il Dalai Lama sarebbe venuto a Milano, ho detto che lo avrei ricevuto - ha affermato Pisapia - credo che questo sia un segnale importante e penso che possa essere una decisione che possa evitare un segnale di inimicizia verso il popolo cinese e al tempo stesso di rispetto verso il Dalai Lama".
Nel suo discorso Pisapia ha smentito le voci affermando di non aver avuto "nessun incontro ufficiale o telefonico nè con il ministero degli Esteri, nè con l'Ambasciata cinese". Il sindaco ha spiegato, invece, il suo "retroscena": "Ho incontrato, in occasione della cena organizzata dalla Fondazione Italia - Cina, la console cinese di Milano che mi ha comunicato che la cittadinanza onoraria al Dalai Lama sarebbe stata interpretata come un segnale di inimicizia verso il popolo cinese - ha riferito il sindaco -. Ho risposto che non era questa l'intenzione del Consiglio comunale che voleva invece celebrare il grande impegno per la pace e il confronto interreligioso del Dalai Lama e che non potevo che rispettare la decisione dell'aula assumendomi le mie responsabilita".
Pisapia ha concluso assicurando che "noi non accettiamo diktat da nessuno, siamo autonomi, ma non vogliamo creare inimicizia ma pace".