Il maresciallo ucciso assolto da un'accusa di violenza sessuale
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Antonino Zingale, il comandante della caserma di Porto Viro ucciso nella sparatoria di lunedì pomeriggio, era uscito solo lo scorso gennaio da un processo per violenza sessuale. Il maresciallo era stato denunciato nell'aprile 2008 da una donna della cittadina veneta. L'accusa era quella di un reiterato tentativo di Zingale di baciare la signora, fatto smontato durante l'istruttoria: il carabiniere era stato assolto perché "il fatto non sussiste".
La vicenda, fin dai suoi primi sviluppi, era risultata assai poco credibile, tant'è vero che Zingale, contrariamente a quanto accade abitualmente in questi casi, non era stato né sospeso, né trasferito. Nella sua denuncia, risalente all'aprile 2008, la donna sosteneva di essere stata approcciata pesantemente circa un mese prima da Zingale, con due tentativi di bacio e nessun altro contatto fisico, nel corso di una sua visita in caserma legata a una denuncia per omissione di soccorso nei confronti del figlio, vittima di un malore in una discoteca locale.
Dal processo è risultato che il comandante della caserma veneta si era limitato a sistemare il maglione caduto dalla spalla della donna, che ha spiegato come non volesse inizialmente adire le vie legali e accontentarsi delle scuse del militare. La denuncia è diventata per lei un boomerang, visto che, oltre all'assoluzione di Zingale, il procedimento era sfociato in un contro-processo per calunnia.