Il direttore del "Giornale" era stato portato in tribunale per essere processato per direttissima dopo l'evasione. Il giornalista: "E' stato un gesto simbolico". Udienza il 6 dicembre
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Questa mattina era stato arrestato e portato in tribunale per essere processato per direttissima per il reato di evasione. In aula il giudice ha convalidato l'arresto per il direttore del "Giornale" Alessandro Sallusti, e disposto per lui i domiciliari. Da quanto appreso, Sallusti si è impegnato a rispettare gli obblighi legati alla sua detenzione fino al 6 dicembre, giorno in cui tornerà in aula.
Dagli arresti domiciliari, il direttore del "Giornale" avrà comunque la possibilità di usare il telefono e di scrivere, lavorando quindi per il quotidiano milanese.
Sallusti ha detto che quello di oggi è stato un gesto simbolico e che non intendeva allontanarsi dalla casa della sua compagna, Daniela Santanché, dove dovrà scontare 14 mesi di reclusione per diffamazione. Il 6 dicembre davanti al tribunale di Milano si aprirà il processo a suo carico per l'evasione di oggi.
L'arresto in redazione
"Arrestato in un giornale...certo se questa categoria.. Beh dovrebbe avere un sussulto, no?". Queste erano state le parole di Sallusti a Tgcom24, nel momento in cui veniva prelevato dalla sede del quotidiano di via Negri, a Milano, dai funzionari della polizia di stato. Il giornalista ha detto anche di aver presentato attraverso i suoi legali istanza di revoca del provvedimento degli arresti domiciliari.
Il direttore de Il Giornale, per il quale il giudice di sorveglianza ha disposto la detenzione domiciliare in seguito alla condanna per diffamazione, aveva proposto - prima dell'arresto - uno "scambio" alle forze dell'ordine che dovevano eseguire l'ordine di carcerazione. Su Twitter il giornalista aveva scritto: "Voi non violate la sede de Il Giornale, io mi consegno a San Vittore e poi fate quel che volete".
E adesso rischia fino a tre anni per evasione
Condannato a un anno e due mesi di detenzione domiciliare per diffamazione, adesso Sallusti rischia la pena da uno a tre anni di carcere per il reato di evasione.
Mentana: "Arresto misura insensata"
"Arrivare a una misura coercitiva è davvero insensato". Così ha commentato l'arresto il direttore del tg di La7 Enrico Mentana. "Purtroppo questa - ha continuato - è la inevitabile conclusione di una vicenda insensata. E' insensato che un giornalista venga arrestato per omesso controllo per diffamazione. I reati a mezzo stampa o cagionano gravissime conseguenze alla persona diffamata o non ha senso parlare di misure di questo tipo".
"Non si è visto il grave effetto della diffamazione - ha continuato -. Il magistrato non mi sembra sia stato costretto ad andarsene...". Per Mentana "sono già gravemente colpiti da una forte multa il giornalista, il direttore del giornale e il giornale. Quindi una misura coercitiva così è insensata, ma per tutte le categorie, anche se parliamo di un macellaio...". "Non vorrei - ha poi concluso - che questa misura sia un ammonimento alla categoria dei giornalisti dai poteri forti. Giornalisti che devono stare buoni".
Bruti Liberati: "No alle immagini in tribunale"
All'udienza del processo per direttissima, oggi a Milano, il procuratore della repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati, in vece del procuratore generale Manlio Minale, ha vietato di scattare immagini o girare filmati con i videotelefoni in tribunale ai fotografi e ai giornalisti arrivati a Palazzo di Giustizia per assistere al processo per direttissima. Bruti ha inoltre pregato i cronisti e i cameraman di allontanarsi dall'aula spiegando che l'udienza di convalida dell'arresto si sarebbe svolta a porte chiuse.