Ristoranti, munizioni da caccia e cioccolatini messi alle voci di "spese istituzionali". Coinvolti i capigruppo di Pdl e Lega, Paolo Valentini e Stefano Galli. Verifiche anche per tutti gli altri gruppi
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Si facevano rimborsare le sigarette e i cioccolatini, facevano passare per "spese istituzionali" pranzi in ristoranti super-chic. E adesso sono finiti nel mirino della Guardia di finanza 22 consiglieri della Regione Lombardia. Risultano così indagati quasi tutti gli esponenti della maggioranza, tra cui Nicole Minetti e Renzo Bossi. Fiamme gialle in Regione anche per altri gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel.
I 22 indagati
Appartengono per metà alla Lega Nord e per metà al Pdl i 22 consiglieri regionali che oggi hanno ricevuto un invito a comparire davanti ai pm Alferdo Robledo, Paolo Filippini e Antonio D'Alessio e che saranno tutti interrogati la prossima settimana, dal 19 al 22 dicembre.
I consiglieri del Carroccio che avrebbero fatto spese sospette facendole passare per L'attuale presidente del l'assemblea regionale, Fabrizio Cecchetti, che a maggio ha sostituito Davide Boni, Cesare Bossetti, Stefano Galli, Angelo Ciocca, Alessandro Marelli, Enio Moretti, Massimiliano Orsatti, Ugo Parolo, Roberto Perdetti, l'ex assessore allo Sport Luciana Ruffinelli e Pierluigi Toscani.
Sono stati invitati a comparire anche il capogruppo Pdl Paolo Valentini e i suoi colleghi Giovanni Bondoni, il cognato di Roberto Formigoni, Giulio Boscagli, Alessandro Colucci, Giuseppe Angelo Giammario, Antonella Maiolo, Nicole Minetti, Marcello Raimondi, Gianluca Rinaldin, Carlo Saffioti e Sante Zuffada.
A spedire le Fiamme gialle al Pirellone, il 10 ottobre, è stato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, per acquisire i rendiconti 2008-2010 sui rimborsi garantiti ai gruppi consiliari di Pdl e Lega. Per loro, il sospetto è che abbiano ottenuto soldi pubblici per spese non proprio trasparenti.
Rimborsi per 15mila euro spesi in pasticceria
Il consigliere regionale lombardo della Lega Nord, Cesare Bossetti, avrebbe speso nel 2011 quasi 15mila euro per comprare dolci in pasticceria e per fare colazioni con brioche e caffè. E' quanto emerge dall'inchiesta della Procura di Milano sui rimborsi regionali. Ad un altro consigliere lombardo, Angelo Giammario (Pdl), viene contestato invece di aver usato per fini personali oltre 27mila euro di soldi pubblici. In particolare per noleggi auto e taxi.
Indagata la Minetti: tra le spese, un iPhone e il libro "mignottocrazia"
Tra i consiglieri indagati risulta anche il nome di Nicole Minetti. A suo carico risultano, tra le altre voci, anche consumazioni da circa 800 euro all'hotel Principe di Savoia. Con gli stessi fondi, secondo quanto scrive il pm negli atti dell'indagine, la consigliera Pdl si sarebbe fatta rimborsare persino l'acquisto del libro "Mignottocrazia" di Paolo Guzzanti, pagato 16 euro. L'interrogatorio della Minetti è fissato per mercoledì 19 dicembre.
La cifra contestata alla Minetti è di oltre 27mila euro: tra gli scontrini ci sono quelli per una crema per il viso pagata 27 euro e per un Iphone 5 da 899 euro. La consigliera regionale avrebbe speso soldi pubblici per fini privati pari a circa 6mila euro nel 2010, 15mila euro nel 2011 e più di 6mila euro nel 2012.
Lecca-lecca per il leghista Toscani
Lecca-lecca, ma anche due gratta e vinci comprati all'Autogrill spendendo 14,75 euro, gelati per 90 euro, merendine per una cifra pari a 63 euro e cartucce da caccia per 752 euro. E' questa, in parte, la lista contestata al consigliere lombardo della Lega Nord, Pierluigi Toscani che risulta tra gli indagati dell'inchiesta milanese sui rimborsi in Regione. Soldi estranei all'attività politica ma rimborsati dal gruppo consiliare, secondo l'accusa.
Anche Renzo Bossi indagato: Red Bull con soldi pubblici
C'è anche Renzo Bossi tra i consiglieri regionali lombardi di Pld e Lega indagati per peculato nell'ambito dell'inchiesta sui costi della politica. Tra le spese che Renzo Bossi, avrebbe effettuato con i soldi del gruppo consiliare lombardo della Lega Nord ci sono anche numerosi acquisti di videogiochi, sigarette e bibite, in particolare la Red Bull.
Dai cioccolatini alle munizioni di caccia tra i rimborsi ai consiglieri
Tra gli oggetti acquistati con soldi pubblici e finiti sotto la lente della Procura di Milano ci sono anche munizioni da caccia per 750 euro che sarebbero state acquistate da un consigliere lombardo leghista. E poi, cioccolatini francesi messi a bilancio come spesa di rappresentanza regionale, e cene anche queste molto poco "istituzionali".
Ancora, alcuni consiglieri lombardi avrebbero speso soldi pubblici per degustazioni, cocktail e carne in macelleria, oltre a videogiochi, cappuccino e brioche, di cui nei giustificativi si trovano gli scontrini del bar. La lista delle voci continua con pizze da asporto e spese in agrigurismo, e cocktail in locali alla moda di Milano acquistati all'una di notte. Si va dunque da spese che ammontano a oltre 100mila euro a pochi spiccioli per la colazione: tutto negli anni compresi tra il 2008 e il 2012. Insomma, i consiglieri coinvolti, oltre ai 9mila euro di stipendio, si sarebbero intascati parecchi extra per spese personali.
D'altra parte, se in teoria le spese dovrebbero essere controllate dalla Corte dei Conti, in realtà a passare al vaglio sono soltanto i saldi finali e non i dettagli delle spese. E' comunque stato scoperto che i consiglieri, oltre ai 9mila euro di stipendio, si sarebbero intascati parecchi extra per spese personali.
Formigoni: "Batman non c'è in Lombardia"
Roberto Formigoni, commentando l'inchiesta sui rimborsi, ha detto: "Batman non c'è in Lombardia. Credo proprio che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole". E ancora: "Credo che ci sia un grande equivoco alla base di tutto questo perché le regole in Lombardia sono chiare e sono assolutamente diverse da quelle delle altre Regioni".
Valentini (Pdl): "Qui ci sono regole, vedremo"
"Non so nulla della vicenda specifica. Ci avevano chiesto della documentazione che abbiamo fornito, richiesta legata a un'altra indagine, altrimenti non si capisce perché l'abbiano avanzata solo a noi". Lo afferma il capogruppo Pdl, Paolo Valentini, sull'inchiesta sui rimborsi dei gruppi in Regione Lombardia. Valentini si dice sicuro che le regole "non consentono" comportamenti simili a quelli "verificatisi in altre Regioni". Poi, "se ci sono questioni personali da chiarire, vedremo".
Nel mirino rimborsi per milioni di euro
Sotto la lente sono dunque finiti finanziamenti per milioni di euro all'anno. Tutto ha avuto origine dalle verifiche che erano scattate per il caso Davide Boni, il leghista ex presidente del Consiglio regionale che fu coinvolto in un'indagine per corruzione, e per quello dell'ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani, arrestato per una mazzetta da 100mila euro.
Le intercettazioni ricollegate alle inchieste su questi personaggi hanno permesso allo stesso Robledo e ai suoi sostituti Paolo Filippini e Antonio D'Alessio di trovare cene messe a bilancio dagli assessori come impegni istituzionali. Ma le carte direbbero che si trattava di cene tutt'altro che istituzionali. Sono quindi state disposte verifiche su spese e giustificazioni, assegnate al Nucleo regionale di polizia tributaria. E sono emerse irregolarità a dir poco eclatanti.
I magistrati hanno spedito un invito a comparire a 22 delle persone indagate e, secondo quanto appreso, dovrebbero fare una nuova visita in Regione Lombardia per acquisire ulteriore documentazione.
Gdf in Regione anche per Pd, Idv e Sel
Nel mirino della gdf di Milano sono finiti anche altri gruppi consiliari, tra cui Pd, Idv e Sel. I finanzieri hanno notificando i decreti di esibizione a tutti gli altri gruppi consiliari (esclusi quelli di Pdl e Lega) tra cui anche quelli dell'Udc, del gruppo misto e della lista Pensionati. Con questa attività gli investigatori puntano a raccogliere tutta la documentazione relativa alle spese dei gruppi per accertare eventuali comportamenti illeciti.