Lo scrittore ricoverato in prognosi riservata nella clinica Villa Mafalda è al centro di un caso giudiziario
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Un "tutor" per Alberto Bevilacqua, lo scrittore ricoverato in prognosi riservata nella clinica romana Villa Mafalda e finito al centro di un caso giudiziario e di uno scontro tra la compagna Michela Macaluso, che nei giorni scorsi aveva denunciato la casa di cura, e la sorella dell'autore di Gialloparma, Anna. Il giudice del tribunale civile di Roma ha nominato l'avvocato Gabriella Bosco amministratore di sostegno provvisorio di Bevilacqua.
La decisione è stata presa ''attesa l'urgenza di assumere decisioni in ordine alla permanenza del paziente'' nella clinica e ''di provvedere alla gestione dei suoi beni e dei pagamenti ai quali è tenuto''. Tra questi, i 404 mila euro richiesti da Villa Mafalda ''a titolo di saldo dei compensi maturati per la degenza e le prestazioni sanitarie'' dal ricovero dell'11 ottobre 2012 fino al 3 gennaio (''avendo già ricevuto nel dicembre dello scorso anno l'importo di 120 mila euro a titolo di acconto'').
L'amministratore, si legge nel decreto, potrà ''operare in via esclusiva sul conto corrente'' intestato a Bevilacqua (con un limite mensile di 8.000 euro); ''verificare la consistenza e la natura dei rapporti bancari e degli investimenti di cui risulti titolare'' lo scrittore; ''gestire i rapporti con gli istituti previdenziali e di assistenza e con ogni amministrazione pubblica o privata''; ''acquisire copia della cartella clinica e di tutta la documentazione sanitaria'' del ricovero a Villa Mafalda; ''verificare le attuali condizioni di salute del beneficiario, l'idoneità dell'assistenza sanitaria'' e ''l'opportunità di trasferirlo'' altrove, come chiede la Macaluso, ''per quanto possibile in accordo con la convivente e la sorella''; ''concordare'' con entrambe un elenco di persone che possono far visita a Bevilacqua; ''verificare la congruità dei compensi pretesi dalla casa di cura''.