Nel mirino è finito uno studente di quindici anni eletto nel consiglio di istituto
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La scritta è comparsa due giorni fa sul muro del liceo classico Tacito, al quartiere Trionfale di Roma: "Frocio dimettiti". Il destinatario del messaggio è un quindicenne, che non ha mai fatto mistero delle sue tendenze omosex, diventato rappresentante in quell'istituto con il voto favorevole di 315 studenti su 400. Ma evidentemente c'è chi non gradisce questa nomina, e lo ha scritto nella notte sul muro della scuola, firmandosi con una croce celtica.
Vendola contro Roma - La vicenda, raccontata sulle colonne della "Repubblica", accade proprio nelle stesse ore in cui un altro gay dichiarato, Nichi Vendola, esprime il suo disagio a proposito della Roma di questi anni che, secondo quanto il leader di Se dice al "Fatto", "ha visto lo sdoganamento dei piccoli gruppi dediti all'igiene del mondo".
"Non mi lascio intimidire" - Da parte sua, il bersaglio dell'attacco omofobo, il ragazzo eletto come rappresentante degli studenti, non si lascia intimidire dagli insulti. "Io sono una persona forte - assicura -, non ho paura di nessuno e non ho sofferto per quel gesto vigliacco, ma su ragazzi insicuri quelle parole avrebbero potuto avere unimpatto devastante". Intanto la scritta è stata cancellata dal muro ma lui dice che stare zitti su quanto accaduto è sbagliato: "Il silenzio non è mai la soluzione". E aggiunge che no, non si può e non si deve lasciar correre quando si ha a che fare con atteggiamenti come questo, atteggiamenti di violenza e di discriminazione.
Le tragedie dell'intolleranza - Il giovane del liceo classico non ha voluto stare zitto, dice, perché ha pensato a chi umiliazioni di questo tipo non le ha rette e si è suicidato, come il ragazzo del Cavour di Roma, suicidatosi a novembre.
E ancora, assicura che in questo liceo non ha mai ricevuto insulti o offese per le sue tendenze sessuali, anzi, "proprio al Tacito mi sono sentito libero di esprimere la mia identità anche in classe. I compagni, come la mia famiglia, mi hanno sempre stimato e voluto bene". Tanto che non crede che l'insulto venga da qualcuno della scuola. "A dire il vero, non ho idea di chi possa essere stato, sono rimasto sbigottito".
"Diritti gay, c'è ancora molto da fare" - Discussioni ne ha avute, racconta, ma sempre più che civili. Insomma, nella vita privata lui non ha mai avuto grossi problemi di discriminazione. Ma è convinto che sul fronte dei diritti dei gay ci sia ancora molta strada da fare: "Sono tanti gli omosessuali che ancora oggi vengono discriminati e che, non avendo l'appoggio di amici e famiglia di cui godo io, sono costretti a nascondersi. Io sono fortunato e anche per questo ho deciso di raccontare la mia storia per sensibilizzare l'opinione pubblica su un problema, quello dell'omofobia, che spesso viene sottovalutato".
Roma non la vede "aperta come le atlre capitali euroepee e gli episodi di omofobia non sono isolati". Lui si è imposto di vivere serenamente la sua identità omosessuale, "ma a volte, quando giro per la città, questo mi causa un po' d'ansia". Parla di sugardi "storti", di "aggressività". E chiude: "No, a Roma non ci vorrei rimanere per la vita. E' una città meravigliosa, ma anche difficile".