NUOVA INCHIESTA

Pm: Tangente Saipem in 7 rate. Anche in Italia?

Nuovi particolari emergono nell'inchiesta della Procura di Milano. Le tranche transitate sui conti di una società intermediaria di Hong Kong per l'Algeria

08 Feb 2013 - 17:28
 © Ansa

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La maxi-tangente da oltre 197 milioni di euro che sarebbe stata pagata dal gruppo Eni al governo algerino per ottenere appalti nel Paese sarebbe stata versata in 7 tranche, transitate sui conti della società di Hong Kong, Pearl Partners Ltd, che faceva da intermediario. Lo si deduce dal decreto di perquisizione firmato dalla Procura di Milano notificato ieri all'a.d. di Eni, Paolo Scaroni.

Dall'atto emerge anche che l'ex manager Saipem Pietro Varone avrebbe "sponsorizzato" con una nota per un cda del 2007 la presunta società "intermediaria". Nell'atto firmato dai pm di Milano Fabio De Pasquale, Sergio Spadaro e Giordano Baggio si legge, infatti, che in relazione agli otto contratti per le altrettante ''commesse'' assegnate a Saipem in Algeria per i due progetti su gas e idrocarburi, al centro dell'inchiesta, sarebbero stati effettuati ''pagamenti'' da alcune società del gruppo Eni elencate dettagliatamente nel decreto di perquisizione, tra cui Saipem, ''a favore'' della società di Hong Kong. Gli inquirenti indicano nel decreto sette flussi di "commissioni" per la "Pearl Partners", il più rilevante di oltre 77 milioni di euro in relazione al contratto "LNG GL3Z (Arzew)", per un totale di oltre 197 milioni di euro, ossia il presunto "prezzo" della maxi-tangente che sarebbe finita anche a esponenti del governo algerino.

Inoltre, nel decreto si fa riferimento a ''una nota redatta da Varone per il Consiglio di amministrazione del 4 ottobre 2007 di Snamprogetti spa (società incorporata da Saipem nel 2008)". Nella nota l'ex manager parlava di un agente della societa di Hong Kong, "il sig.Ouraied", spiegando che "è ben conosciuto nel contesto commerciale dell'Algeria" e "conosce il processo di valutazione a aggiudicazione del cliente". I pm poi, come emerge dal decreto di perquisizione, stanno indagando anche sui rapporti economici tra Varone e l'intermediario della "Pearl Partners", Farid Bedjaoui (indagato), presunto 'collettore' delle mazzette. Entrambi sono soci di una "azienda agricola" in Italia e ci sarebbero anche "cointeressenze economiche" tra la moglie separata di Varone, Regina Picano, e l'algerino. Una valigetta è stata sequestrata dagli investigatori il primo dicembre a una parente di Regina Picano e dentro gli inquirenti avrebbero trovato documenti interessanti su questi rapporti economici.

Ipotesi rientro parte della tangente in Italia - Gli inquirenti milanesi, che coordinano l'inchiesta sulla presunta corruzione internazionale in Algeria, starebbero anche lavorando all'ipotesi che parte delle presunte tangenti pagate, secondo l'accusa, da alcune società del gruppo Eni, tra cui Saipem, sarebbero anche 'rientrate' in Italia nella disponibilita' di altre persone.

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