Inammissibile il conflitto di attribuzione tra la Procura da un lato e governo e Parlamento dall'altro perché "non si possono muovere rilievi su una legge"
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Per la Corte Costituzionale sono inammissibili i due ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato presentati dalla procura di Taranto sul caso Ilva. Il primo era nei confronti del governo per il decreto salva-Ilva mentre la seconda istanza riguardava il Parlamento per la relativa legge di conversione.
"In data odierna, la Corte costituzionale, con due distinte ordinanze - fa sapere laConsulta - ha dichiarato inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione n. 7 del 2012 e n. 2 del 2013 promossi dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario diTaranto in relazione al decreto-legge n. 207 del 2012, sia nel testo originario che in quello risultante dalla sua conversione, con modificazioni, nella legge n. 231 del 2012, riguardanti le cosiddette 'vicende Ilva di Taranto'".
Le due ordinanze, spiega quindi la Consulta, sono motivate "sul duplice rilievo che il conflitto di attribuzione relativo ad una legge o ad un atto avente forza di legge è inammissibile, come affermato da costantegiurisprudenza, quando sussista la possibilità di sollevare eccezione di legittimità costituzionale in via incidentale nell'ambito di un giudizio comune" e che "siffatta possibilità sussiste nel caso di specie e si è addirittura concretizzata con la rimessione alla Corte costituzionale in via incidentale, da parte sia del Gip presso il Tribunale ordinario di Taranto sia di tale Tribunale (rispettivamente con le ordinanze r.o. n. 19 e n. 20 del 2013), di questioni di legittimit… costituzionale relative al citato decreto-legge n. 207 del 2012, quale risultante dalla sua conversione in legge, e concernenti proprio le 'vicende ILVA di Taranto'".
Il presidente della Corte, conclude quindi la Consulta, fisserà per aprile l'udienza pubblica di discussione "delle sopra indicate questioni incidentali".