TRAGICA LITE

Roma, uccise una donna romena con un pugno dopo una lite: domiciliari a Burtone

I familiari della vittima, l'infermiera Maricica Hahianu: sorpresi e amareggiati

27 Feb 2013 - 20:16
 © LaPresse

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Sono stati concessi gli arresti domiciliari ad Alessio Burtone, il 22enne romano condannato a otto anni di carcere per l'omicidio dell'infermiera romena Maricica Hahianu, uccisa con un pugno nell'ottobre 2010 a Roma. La Corte d'assise ha infatti recepito un'istanza presentata dall'avvocato del giovane, che aveva colpito la donna al termine di una lite alla stazione metropolitana di Anagnina.

"Siamo sorpresi da questa decisione che è legata ad una vicenda per la quale Burtone è stato condannato ad una pena molto bassa". Questo il commento dell'avvocato Alessandro Di Giovanni, legale dei familiari di Maricica Hahaianu, sulla decisione della Corte d'Assise di Appello di Roma che ha concesso gli arresti domiciliari per il giovane accusato di omicidio preterintenzionale.

Il penalista afferma che i parenti della donna "volevano che Burtone scontasse fino all'ultimo giorno la sua pena dietro le sbarre di un carcere. Il marito - prosegue Di Giovanni - però fin dalla sentenza di primo grado si è rassegnato di fronte alla nostra giustizia sopratutto alla luce di una condanna così esigua". Il legale spiega, infine, che sarà necessario "leggere le motivazioni dalla corte per capire come i giudici abbiano motivato questa decisione".

I legali di Burtone "soddisfatti" - ''Siamo molto soddisfatti della decisione presa oggi dalla Corte d'Assise d'Appello di Roma, afferma il difensore del giovane romano, l'avvocato Fabrizio Gallo. ''Non ho ancora avuto modo di leggere le motivazioni dei giudici - spiega il penalista - ma non escludo che la Corte possa aver recepito la nostra istanza nella quale si affermava che non esiste alcun rischio di reiterazione del reato ne di pericolosità sociale da parte del ragazzo''. Nella istanza di scarcerazione presentata dai difensori si faceva riferimento anche al comportamento 'tenuto dal ragazzo sia durante il processo che in carcere'. ''Si tratta di una serie di fattori - conclude Gallo - a cui la Corte avrà tenuto conto nel decidere per gli arresti domiciliari''.

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