IMPICCATA

Ragazza impiccata a Catania, arrestato il suo ex

Valentina Salamone, 19 anni, fu trovata uccisa in una villetta dopo una festa con amici

04 Mar 2013 - 19:31
 © Tgcom24

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Un uomo è stato arrestato per l'omicidio di Valentina Salamone, la diciannovenne trovata morta in una villetta ad Adrano (Catania) la notte del 24 luglio 2010, al termine di una festa. In manette è finito Nicola Mancuso, ex amante della giovane, che quella sera si trovava con lei. Valentina era morta impiccata e in un primo momento si era pensato che si fosse tolta la vita. Successivamente si era scoperto che il suicidio era solo una messa in scena.

Valentina quel maledetto 24 luglio era arrivata nella villetta alla periferia di Adrano in compagnia di alcuni amici, con i quali intendeva trascorrere il weekend. Le indagini sulla sua morte vennero chiuse frettolosamente: si diede per scontato il suicidio. La ragazza era stata trovata impiccata a una trave della tettoia della villetta e i genitori furono avvisati circa dieci ore dopo la tragica scoperta. Quando arrivarono, il corpo di Valentina era avvolto in un sacco della spazzatura, all'interno di una bara bianca e la corda che l'aveva soffocata e uccisa era ancora stretta al collo. I familiari hanno sempre contestato la tesi del suicidio cercando con il loro legale di arrivare alla verità.

Il papà di Valentina: "Mia figlia non aveva alcun motivo per uccidersi" - Il padre della ragazza, Antonino Salamone, aveva sempre sostenuto che la figlia non aveva nessuna ragione per togliersi la vita. "Valentina non me la potrà più restituire alcuna giustizia terrena: ma venire a capo della verità sarà quanto meno un atto d'amore nei confronti di mia figlia. Era assolutamente impossibile che mia figlia si fosse suicidata: ogni genitore conosce i propri figli e Valentina non avrebbe mai potuto compiere quel gesto".

Dopo la richiesta del pm al gip di archiviare il caso come suicidio, l'inchiesta era stata avocata dall'avvocatura generale dello Stato e dalla Procura generale. Alla fine dell'anno scorso, il gip Francesca Cercone aveva disposto nuove indagini: in ottobre il pg aveva infatti chiesto indagini suppletive, considerato che "alla luce delle nuove acquisizioni può affermarsi che Valentina Salamone fu uccisa e chi pose in essere tale delitto ebbe a simulare con notevole abilità il suicidio".

L'inchiesta avrebbe dimostrato che i testimoni furono reticenti se non addirittura che avevano dichiarato il falso e che Nicola Mancuso, l'uomo arrestato per l'omicidio, era sposato e aveva una relazione con la vittima. Proprio da questo tormentato rapporto sarebbe scaturito il delitto.

Il movente - Secondo gli inquirenti Mancuso, sposato e con figli, aveva una relazione sentimentale tormentata con la ragazza, che a un certo punto sarebbe diventata troppo "ingombrante" mettendo a repentaglio il suo matrimonio. Per questo motivo Mancuso avrebbe ucciso la giovane amante, inscenando il suicidio assieme ad altre persone, non ancora identificate.

La ricostruzione - Quella sera Valentina, durante una festa nella villa dove si trovava, avrebbe fatto una scenata di gelosia a Mancuso mentre quest'ultimo era in compagnia di altre persone. Una circostanza che lo avrebbe molto contrariato. Mancuso dopo aver lasciato la villa aveva fatto intendere ai suoi amici che quella relazione stava compromettendo la sua vita coniugale: l'uomo, infatti, non aveva alcuna intenzione di lasciare la famiglia, nonostante le aspettative suscitate con le ripetute promesse di lasciare la moglie.

I dubbi sul suicidio - Le indagini condotte dal Ris dei carabinieri hanno accertato che Valentina non avrebbe potuto fare da sola alcuni nodi sulla corda che le fu trovata stretta attorno al collo; la vittima, inoltre, aveva cercato di liberarsi dal cappio. Infine gli investigatori hanno trovato macchie di sangue sulla maglietta e sulle scarpe, incompatibili con la tesi del suicidio. La prova che inchioderebbe Nicolò Mancuso è una macchia di sangue dell'uomo trovata assieme al sangue della ragazza sotto le scarpe della vittima, cosa che ha fatto ritenere agli investigatori che si trovasse sul luogo del'omicidio al momento della morte di Valentina.

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