Nord Italia, latinos imbottivano di coca gli animali e poi li squartavano per recuperarla
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Usavano cani di grossa taglia come corrieri della droga, inserendo chirurgicamente nel loro intestino grosse quantità di cocaina, e all'arrivo li uccidevano e li squartavano per recuperare gli stupefacenti. Il metodo usato da diverse gang di latinos è stato scoperto dalla polizia di Milano, che ha disposto l'arresto per 75 persone. Un solo cane è stato salvato grazie alla confessione della compagna di uno dei trafficanti.
L'unico animale scampato al "mattatoio" organizzato per il business stato salvato grazie alla confessione della donna di un trafficante. Era l'aprile del 2012 quando, a Pisa, la polizia era intervenuta per la segnalazione di una lite in famiglia tra sudamericani. Tutto era nato dal malore dell'animale arrivato a Milano un paio di giorni prima: quando gli agenti sono arrivati all'appartamento, la donna ha raccontato agli agenti che nel cane era nascosta la droga e per questo si lamentava. A quel punto l'animale è stato portato dal veterinario per essere operato. Gli investigatori hanno così ricostruito una pista del traffico di droga.
Almeno 50 cani uccisi - I responsabili sono stati rintracciati in diverse province del Nord e sono stati arrestati per traffico di droga, detenzione di armi e reati contro la persona e il patrimonio. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni, almeno cinquanta sono i casi di cani uccisi per recuperare gli ovuli di cocaina dal loro intestino. Solo un cane sarebbe rimasto vivo. Dalle indagini è emerso anche il modo in cui gli animali venivano sottoposti a operazioni chirurgiche, per riempire di ovuli il loro intestino. Poi, venivano uccisi e squartati per recuperare la droga.
I cani utilizzati erano San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino Napoletano e Labrador. Una volta arrivati a destinazione gli animali venivano squartati e dalle viscere venivano estratti circa Kg 1,250 di cocaina purissima. La droga prima di essere collocata nel loro ventre veniva avvolta in un cellophane, poi nella carta carbone (per essere impenetrabile ai raggi X) dopodiché ancora nel cellophane e infine avvolta da uno scotch di vinile nero (ancor più resistente ai raggi X). Si stima che con questa sistema siano stati fatti 48 viaggi.
Gli arresti e le perquisizioni sono stati effettuati a Milano e provincia e nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Varese, e a Roma.