Tiziana Deserto deve scontare 15 anni di carcere per aver ucciso nel 2004, a Città di Castello, assieme all'amante, la figlia Maria Geusa di quasi 3 anni. Il marito ha scritto al Capo dello Stato
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Il 6 aprile 2004 a Città di Castello uccise la figlioletta Maria Geusa, di 2 anni e 7 mesi, assieme all'amante, l'imprenditore Giorgio Giorni: lui è stato condannato all'ergastolo, mentre per Tiziana Deserto, che si è sempre proclamata innocente, la Cassazione lo scorso anno ha confermato la pena di 15 anni di reclusione. Ora, a nove anni il marito della donna ha scritto al presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo per lei la grazia.
Il processo - Il 18 maggio 2012 la Cassazione ha confermato la condanna a 15 anni di reclusione (tre dei quali già condonati) a carico di Tiziana Deserto, con l'accusa di concorso nell'omicidio della bambina. La suprema corte, senza diminuire la condanna a 15 anni riportata in appello, aveva però escluso l'aggravante della crudeltà. Cosa che potrebbe consentirle negli anni un trattamento non troppo rigido. Il processo ricostruì che ad uccidere la piccola fu l'imprenditore edile Giorgio Giorni, del quale la Deserto era innamorata al punto da affidargli la figlia. L'uomo è stato condannato definitivamente all'ergastolo per aver violentato e ucciso la piccola Maria Geusa. Fin dall'inizio, il marito, che lavorava con Giorgi, è stato vicino a Tiziana. E ora ne chiede la grazia.
La piccola affidata all'amante della madre - La bambina, la mattina del 5 aprile 2004, era stata affidata dalla madre a Giorni. Fu lui stesso a portare Maria in ospedale, dove la piccola morì il giorno successivo. L'imprenditore confessò di aver provocato le lesioni che portarono la bimba alla morte, ma ha sempre negato di aver abusato sessualmente di lei.