Chieste pene per sei medici, tre infermieri e tre poliziotti. La sentenza entro il 22 maggio
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"Condannare tutti gli imputati a pene comprese tra i due anni e i sei anni e otto mesi di reclusione". Sono queste le richieste dei pm al termine della requisitoria nel processo per la morte di Stefano Cucchi. Il 31enne morì, nell'ottobre del 2009, nel reparto detenuti dell'ospedale Pertini di Roma una settimana dopo il suo arresto. Per la vicenda sono imputati sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria.
In particolare i pm Barba e Loy hanno chiesto la condanna più alta - sei anni e otto mesi di reclusione - per Aldo Fierro, il primario del reparto dell'ospedale Sandro Pertini. Poi i pm hanno chiesto sei anni per i medici Stefani Corbi e Flaminia Bruno, cinque anni e mezzo per i medici Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo e due anni per il medico Rosita Caponetti. Quattro anni di reclusione sono stati chiesti per i tre infermieri: Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe. Infine due anni di reclusione per gli agenti di polizia penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici.
La sentenza è attesa entro il 22 maggio. Per quella data infatti il presidente della III Corte d'Assise di Roma ha stabilito l'ultima udienza. Fitto i calendario: la prossima udienza è in programma il 10 aprile, quando è previsto l'intervento della parte civile. Il 17 aprile i primi interventi dei difensori. Oggi in aula, come dalla prima udienza, anche al sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, insieme con la madre e il padre.
La requisitoria del pm: "Morì di fame e di sete" - "Stefano Cucchi morì di fame e di sete, anche se c'erano una serie di patologie che lo hanno portato alla morte insieme alla mancanza di cibo. Era magro come i prigionieri di Auschwitz". Così il pm Francesca Loy nel corso della requisitoria. "Non servivano esperti per dirci la causa di morte - ha aggiunto -. Bastava vedere le foto. Stefano è morto perché non è stato alimentato, curato per le patologie di cui soffriva, perché si è rifiutato di nutrirsi e perché nessuno dei medici si è curato di farlo nutrire. Le lesioni provocate dagli agenti penitenziari nelle celle di piazzale Clodio hanno avuto una valenza meramente occasionale sul piano della morte, non conseguenziale".