Per ora nessuna misura dalla Procura. L'avvocato di una delle due ragazzine: "Vicenda delicata, massimo riserbo". I dubbi del questore: "Il luogo dell'omicidio non è adatto ad appartarsi"
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Le due ragazzine di Udine che si sono costituite a Pordenone, accusandosi di aver ucciso il 61enne Mirco Sacher per sfuggire a uno stupro, sono ancora in stato di fermo in una struttura protetta per i minori a Trieste. Al momento la Procura dei minori non ha però chiesto alcuna misura nei loro confronti: si attende che venga fissata l'udienza di convalida del fermo disposto dai carabinieri di Pordenone.
"La vicenda - si limita ad affermare l'avvocato Dario Miani, nominato difensore d'ufficio di una delle due minorenni - è delicata. C'è un riserbo assoluto. Si tratta di due ragazzine, poco più che bambine: non possiamo dire nulla".
Le adolescenti hanno intanto risposto alle domande dei magistrati, anche se tanti sarebbero ancora gli elementi oscuri della vicenda. "Ritengo che ci siano ancora molti punti da chiarire - conferma l'avvocato Miani -. Tutto è ancora in fase embrionale, aspettiamo gli esiti dell'autopsia". Poi, una volta sentiti anche i genitori delle due indagate, i legali decideranno se svolgere indagini difensive o no.
Intanto il procuratore capo della Procura dei minori di Trieste, Dario Grohmann, ha chiarito: "Non abbiamo riscontro della presenza di una persona maggiorenne nella vicenda. Non possiamo né affermarlo né negarlo, non ci risulta". Grohmann ha quindi auspicato che "si faccia viva la persona che ha dato un passaggio alle ragazze" dalla stazione di servizio in provincia di Padova a Vicenza.
Il questore: il luogo dell'omicidio non è adatto ad appartarsi - Un'altra zona d'ombra del racconto delle due ragazze sarebbe relativo alla zona in cui l'uomo le ha condotte per appartarsi con loro. "Domenica era una bella giornata e a quell'ora c'era tanta gente che passava in quella zona - dice infatti il questore di Udine, Antonio Tozzi -. Non è un posto dove in quell'orario si sarebbe appartata neppure una coppietta regolare".
E aggiunge: "Avevo subito intuito che si trattava di una vicenda seria. Non era usuale né il modo né la maniera in cui è stato trovato il corpo. Pure le dinamiche della vicenda non apparivano limpide. Stiamo assistendo a una diversa evoluzione delle dinamiche e delle possibilità di incontro e frequentazioni dei giovani. Dinamiche che non sono molto ordinarie", ha detto ancora riferendosi alla particolarità della frequentazione tra due quindicenni e un anziano. "Sotto il profilo sociologico ci troviamo di fronte a una diversa maniera di leggere il comportamento dei giovani".
Procuratore: "Grosso puzzle, dobbiamo mettere a posto tutti i tasselli" - "E' un grosso puzzle, dobbiamo mettere a posto tutti i tasselli", dice ancora Grohmann sul caso e aggiunge: "Il quadro probatorio è tutto da dimostrare, vanno trovati riscontri alle dichiarazioni e occorre capire il movente".
Grohmann pone poi una serie di quesiti che dovranno trovare risposta: perché "un uomo che conduce una vita normale, che è un conoscente della famiglia di una delle ragazze, all'improvviso le aggredisce?". E perché la reazione delle adolescenti "non è stata quella di fuggire?" Quanto agli interrogatori, Grohmann ha spiegato che le due ragazze, sentite separatamente, hanno raccontato i fatti con versioni che presentano "piccole discrasie, anche fisiologiche".
Vagato a lungo per cercare l'autostrada - Le due ragazzine avrebbero vagato per circa un'ora e mezza alla ricerca di una strada che dal campo di via Buttrio le portasse all'imbocco dell'autostrada A23. Questa versione dei fatti fornita dalle due minorenni spiegherebbe l'intervallo temporale tra il momento in cui le adolescenti lasciano il campo e la registrazione del passaggio dell'auto da loro guidata al casello Sud di Udine. Dal racconto fatto è emerso che le due quindicenni avrebbero passato già la mattinata di domenica in compagnia del pensionato, prima in un bar di Remanzacco (Udine), poi a casa dell'uomo dove avrebbero pranzato. Secondo quanto hanno riferito, dopo il pranzo avrebbero chiesto a Sacher di accompagnarle in centro. Saliti in auto, l'uomo avrebbe deviato in un campo e tentato l'approccio sessuale.
Non mancano le incongruenze però. Infatti le ragazzine avrebbero riferito di aver avuto una discussione accesa con l'anziano ma questo contrasterebbe con quanto raccontato dai due testimoni che sostengono invece di averle viste alle 14.30 e alle 14.45 parlare tranquillamente con l'uomo all'esterno della parte posteriore dell'auto. Le ragazze hanno spiegato di aver messo le mani al collo dell'uomo. Poi questi sarebbe caduto a terra e loro lo avrebbero aggredito, da dietro e da davanti. Per il momento l'ipotesi è che Sacher sia morto per strangolamento, ma nulla esclude che nel corso dell'azione sia stato colto da malore anche perché sul corpo non sarebbe stato notato alcun segno particolare. A suffragare il racconto delle due ragazze ci sono alcuni segni di colluttazione riscontrati dai medici del Burlo di Trieste.