LA STORIA DI PIERA

Eutanasia, la storia di Piera in un video-shock

Riprese le ultime ore di una donna, malata terminale, morta a Zurigo

03 Mag 2013 - 18:14
 © Da video

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"Non voglio più soffrire, questa è una sofferenza fine a se stessa: solo io ho il diritto di decidere su me stessa". Così Piera Franchini, malata terminale, racconta di aver scelto l'eutanasia in un video-shock diffuso dai radicali, che nell'ottobre del 2012 avevano lanciato uno spot "A.A.A. malati terminali cercasi". "Danno da bere una bibita, poi uno si addormenta e va", sono le ultime parole di Piera, morta in Svizzera.

"Sono morta il 13 aprile, quando il chirurgo mi ha detto per la prima volta che non c'era nulla da fare" ricorda Piera, per la quale la fine è arrivata qualche mese dopo, lontana da casa. "Piera è dovuta andare dal Veneto fino in Svizzera, a Fork, vicino a Zurigo, per poter vedere riconosciuta questa sua volontà", racconta chi l'ha accompagnata nel suo ultimo viaggio.

Malati terminali, il 62% opta per l'eutanasia clandestina - "Sono 80-90 mila i malati terminali che muoiono ogni anno, soprattutto di cancro: il 62% muore grazie all'aiuto dei medici con 'eutanasia clandestina'. I dati, forniti dall'Istituto Mario Negri, sono stati confermati da Ignazio Marino". A dirlo è Carlo Troilo, consigliere generale dell'Associazione Luca Coscioni. "Mille malati terminali si suicidano per la negata eutanasia e altri mille tentano il suicidio", ha sottolineato Troilo.

Coscioni (Partito Radicale): "Piera era adulta, cosciente e consenziente" - "La signora Piera era adulta, cosciente e consenziente quando ha cercato i radicali. Non sono i radicali che hanno cercato Piera". Lo ha affermato a Tgcom24 Maria Antonietta Coscioni commentando il video diffuso in rete, che testimonia il viaggio verso il suicido assistito di una donna. "Piera ha cercato aiuto e conferma di una consapevolezza che già aveva. L'eutanasia va concepita per malati terminali coscienti e consenzienti e che abbiano lasciato precise istruzioni, non ai casi di depressione. Chi ha vissuto a fianco di uomini che hanno scelto di interrompere un percorso di sofferenza sa che non si tratta di solitudine. Non dobbiamo essere accusati di non dare amore. Noi abbiamo iniziato a raccogliere le firme per poter decidere di non soffrire senza l’aiuto dell’improvvisazione, ma della scienza medica rimanendo in Italia", ha poi concluso.

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