Recuperate le comunicazioni tra la Compagnia Messina e la nave che saranno incrociate con i dati della scatola nera. Intanto è stata individuata la cabina dell'ascensore: recuperato il corpo del maresciallo Francesco Cetrola
© LaPresse
La procura di Genova ha disposto l'acquisizione dei tabulati delle telefonate intercorse la notte dell'incidente tra i rappresentanti della Compagnia Messina e gli ufficiali sulla Jolly Nero. Subito dopo l'urto con la torre di controllo, sono saltate le comunicazioni radio tra la nave e le autorità portuali e i contatti sarebbero proseguiti via cellulare. Intanto i sub dei vigili del fuoco hanno recuperato il corpo del penultimo disperso.
Recuperata e identificata l'ottava vittima - I sommozzatori dei vigili del fuoco, che da due giorni lavorano incessantemente sui resti della torre di controllo del porto di Genova, hanno individuato tra le macerie finite in mare la cabina dell'ascensore. I pompieri hanno proceduto all'apertura della cabina. All'interno c'era il corpo di uno dei due dispersi, che è stato recuperato. Si tratta di uno dei due marinai della Guardia costiera che mancavano all'appello, il maresciallo di Guardia costiera, Francesco Cetrola, 38 anni, di Salerno. E' stato identificato grazie alla divisa, conservata - dicono i soccorritori, i sommozzatori dei vigili del fuoco - in ottime condizioni. Manca da trovare il sergente Gianni Jacoviello, 33 anni. E' stato poi riportato in superficie il registratore digitale delle trasmissioni Vhf dei piloti: una volta recuperata, l'apparecchiatura sarà messa sotto sequestro.
L'armatore accusa i rimorchiatori - La Compagnia Messina, armatore della Jolly Nero, accusa i rimorchiatori per l'incidente avvenuto in porto a Genova. "Non riusciamo ad accettare che i due rimorchiatori, anche ammesso che la macchina della nave fosse ferma, non siano stati in grado di tenere una nave di medie dimensioni come la Jolly Nero". I Messina sottolineano che l'azione dei due mezzi non è "davvero accettabile in quelle condizioni meteo-marine ottimali". E dicono "non riusciamo davvero ad accettare", che ciò possa essere accaduto "in un così ampio specchio acque in cui fanno la manovra navi di dimensioni ben maggiori".
Procura: "Dichiarazioni Messina irrilevanti" - Le dichiarazioni rese dagli armatori Messina sono tuttavia state ritenute dalla Procura di Genova "irrilevanti ai fini dell'indagine". Gli inquirenti hanno anche aggiunto di non avere alcuna intenzione di acquisire il comunicato stampa ai fini dell'indagine.
I Rimorchiatori: "Avvertiti tardi" - Intanto la società Rimorchiatori si difende. Prima in via ufficiosa e poi ufficiale. I rimorchiatori al servizio della Jolly Nero "non hanno ricevuto alcuna segnalazione di allarme" dalla nave in tempo utile per cercare di evitare l'incidente, afferma un comandante della società. All'uomo risulta che quando la nave era a 150 metri dalla torre, il comandante del rimorchiatore di poppa ha iniziato a preoccuparsi per la mancanza di ordini. Quando è arrivata a 70 metri ha preso la radio e, in modo irrituale, ha gridato: "Che ca... state facendo?". Solo a quel punto, evidenzia ancora, dalla nave è arrivato l'ordine ai rimorchiatori di dare tutta la forza ai loro motori per spostare la Jolly Nero dalla traiettoria mortale. Ma era troppo tardi.
I Rimorchiatori: "Ordini eseguiti fino all'ultimo" - La società Rimorchiatori Riuniti di Genova ha poi diffuso un comunicato ufficiale nel quale ricorda che "questo è il tempo del dolore" che "le polemiche non possono che macchiare". Poi, parlano "con stupore ed un certo sgomento" dell' "interrogativo che la Messina pone a riguardo dell' opera dei rimorchiatori e dei nostri equipaggi". "Pare infatti - si legge nella nota - che essa dimentichi che non è il rimorchiatore a decidere quale sia l'esecuzione della manovra. La manovra è eseguita secondo gli ordini della nave; nave che comanda la spinta e il tiro del rimorchiatore e li coordina con la sua macchina e il suo timone. E gli ordini ricevuti, condivisi o no, i nostri equipaggi quella notte li hanno eseguiti con abnegazione fino all'ultimo".
"Hanno fatto tutto da soli" - In via ufficiosa uno dei comandanti spiega come funziona il servizio e come è avvenuta la manovra dell'altra notte. I comandanti dei rimorchiatori - dice - sono agli ordini della nave, fanno solo quello che viene ordinato dalla plancia di comando. Non sono ammesse iniziative individuali. La notte dell'incidente l'ordine di servizio per la Jolly Nero era "l'accompagnamento e il sostegno alla manovra per l'uscita dal porto", non lo spostamento del cargo. In questo ultimo caso, viene fatto notare, la velocità di manovra verrebbe ulteriormente ridotta.