A BORDO DI UN SUV

Vigile ucciso, giudici: rom cresciuto tra reati

Riconosciute le "attenuanti generiche" a Remi Nikolic, il ragazzo che travolse il vigile Niccolò Savarino a Milano. I giudici ricordano il "contesto di vita degradato"

17 Mag 2013 - 00:15
 © Tgcom24

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Il Tribunale per i minori di Milano ha concesso le "attenuanti generiche" a Remi Nikolic, il rom che a bordo di un suv uccise nel 2012 l'agente di polizia locale Niccolò Savarino, anche sulla base del "contesto di vita familiare caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento" e dalla "totale assenza di scolarizzazione". Lo scrivono i giudici nella sentenza con cui hanno condannato il 15enne.

Il 12 gennaio 2012, l'agente di 42 anni, mentre stava effettuando un normale servizio di controllo in un parcheggio in via Varè, in zona Bovisa a Milano, venne travolto dal suv guidato dal nomade e il suo corpo fu trascinato dalla macchina per 200 metri.

La questione dell'età - Soltanto tre giorni dopo, a seguito di indagini serrate, gli investigatori riuscirono a fermare in Ungheria il giovane dai molti 'alias' e che sembrava avesse 24 anni. Davanti al Tribunale avrebbe, dunque, rischiato l'ergastolo con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Nel frattempo, però, il suo difensore, l'avvocato David Russo, portò avanti una battaglia legale per dimostrare che il giovane era minorenne. Fu poi la stessa Procura di Milano, nell'aprile 2012, a trasmettere gli atti al Tribunale per i minorenni, perché si poneva seriamente il dubbio della minore età.

Nato in un carcere a Parigi - Il ragazzo venne quindi trasferito nel penitenziario minorile 'Beccaria' poi arrivarono gli esiti di una perizia medico-antropologica e, infine, un certificato di nascita: era stato registrato all'anagrafe come Remi Nikolic ed era nato il 15 maggio del 1994 in un carcere parigino, dove era detenuta la madre. All'epoca dell'omicidio aveva quindi 17 anni e 8 mesi.

Il 22 marzo il ragazzo è stato condannato per omicidio volontario a 15 anni, mentre il pm ne aveva chiesti 26 e senza il riconoscimento delle attenuanti. Il collegio del Tribunale per i minorenni (presidente Daniela Guarnieri), nelle motivazioni appena depositate, spiega, invece, di aver riconosciuto al giovane le attenuanti per una serie di fattori: "i precedenti penali non particolarmente rilevanti (un tentato furto in abitazione ed una guida senza patente), il contesto di vita familiare nel quale Nikolic è cresciuto, caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento, sostanziale totale assenza di scolarizzazione, l'intensità e la tipologia del dolo".

"Cresciuto tra i reati" - I giudici, però, chiariscono anche che le attenuanti generiche non possono essere concesse "nella loro massima estensione" a causa della "freddezza mostrata immediatamente dopo aver commesso il reato, la fuga, le reticenze e le mendacità". Così nel calcolare la pena per Nikolic i giudici hanno portato "la pena edittale per l'omicidio ad anni 18 a causa della minore età" e poi hanno applicato anche una riduzione di 4 anni "per le attenuanti generiche". Quattordici anni, dunque, il totale, a cui va aggiunto un anno per gli altri reati contestati, tra cui la resistenza a pubblico ufficiale. Per scontare la pena il ragazzo, che ora ha 19 anni, rimarrà, come prevede la legge, detenuto nel penitenziario minorile fino al compimento dei 21 anni e poi verrà portato in carcere.

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