Il marocchino di 45 anni, arrestato nel novembre del 2012, si è impiccato con i lacci delle scarpe
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Si è suicidato in carcere Mustapha Hajjaji, il marocchino di 45 anni arrestato nel novembre del 2012 per avere ucciso a Umbertide i figli, Ahmed, otto anni, e la sorella Jihane, dodici. L'uomo era attualmente detenuto nel carcere di Spoleto. Hajjaji si è impiccato in cella.
Hajjaji si è suicidato utilizzando i lacci delle scarpe legati alle sbarre. Era in cella da solo e il corpo è stato scoperto dalla polizia penitenziaria. Per i rilievi è quindi intervenuto anche il personale della compagnia di Spoleto. Dagli accertamenti non sono emersi dubbi sul fatto che l'uomo si sia suicidato.
Aveva già tentato il suicidio - Il muratore marocchino aveva ucciso i figli, ferendoli alla gola, in casa della moglie dalla quale si era da poco separato. Aveva quindi tentato di suicidarsi, senza riuscirci, prima dell'intervento dei carabinieri che lo avevano arrestato.
Doveva essere processato a luglio - Mustapha Hajjaji sarebbe dovuto comparire davanti alla Corte d'assise di Perugia l'11 luglio per essere processato. Nei giorni scorsi il gip di Perugia aveva disposto per lui il rito immediato, accogliendo la richiesta della procura.
In cella da solo - L'uomo era in cella da solo da cinque giorni dopo il trasferimento del suo compagno. Veniva controllato ogni 15 minuti e alle 6.45 era ancora vivo. Quando la polizia penitenziaria è tornata alle 7 il muratore non ha risposto. A quel punto gli agenti sono entrati trovandolo morto in bagno.
Nessun messaggio d'addio - Nei giorni scorsi Hajjaji era apparso "tranquillo" a uno dei suoi difensori, l'avvocato Gianni Zaganelli. Al legale, anche recentemente aveva ribadito di avere agito per gelosia e che il suo primo obiettivo era la ex moglie. Non trovandola in casa, aveva però ucciso i figli. Hajjaji non avrebbe lasciato messaggi. Nella tasca dei pantaloni aveva comunque un foglietto con il numero di telefono della sorella che vive nel nord Italia.