La ragazza si era uccisa a gennaio vittima di bullismo. La svolta nelle indagini ha portato alle accuse di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico. Due i video al centro dell'inchiesta
Otto minorenni, tra i 15 e i 17 anni, sono stati indagati nell'ambito dell'inchiesta sul suicidio di Carolina Picchio, la 14enne di Novara che, lo scorso gennaio, si tolse la vita lanciandosi dal balcone di casa. I ragazzini sono accusati, a vario titolo, di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico. Sono almeno due i video, diffusi su internet, al centro dell'inchiesta.
La svolta nelle indagini - Una svolta importante quella avvenuta nell'inchiesta condotta della Procura dei Minori di Torino dal pm Valentina Sellaroli. All'epoca della tragedia si era parlato di bullismo e sfottò pesantissimi, avvenuti tramite social network, che avrebbero portato la ragazzina alla drammatica decisione. Poche ore prima di togliersi la vita, Carolina aveva partecipato a una festa e poi era tornata a casa, a Sant'Agabio (Novara), accompagnata dal padre. Nessuno tra gli amici, ascoltati dagli investigatori, notò qualcosa di strano. Qualche ora dopo, però, il terribile volo dal balcone al terzo piano.
I test sull'iPhone - Formalmente, la decisione di indagare i minori sarebbe stata presa per effettuare una serie di attività investigative non ripetibili. E' stato infatti affidato al Politecnico di Torino l'esame dell'iPhone della ragazza per analizzarne il contenuto.
Due video al centro dell'inchiesta - Sono almeno due i video, che sarebbero stati diffusi su internet, al centro dell'inchiesta. All'esame degli investigatori anche alcune fotografie. I due video riprenderebbero Carolina mentre scherza con alcuni ragazzi, forse dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo. I ragazzi la insultano e le rivolgono qualche frase oscena. Uno è realizzato in un bagno e la ragazza, vestita, è seduta sul water. Diffusi su internet, sarebbero state proprio queste immagini a dare lil via al calvario per Carolina, presa di mira dai bulli. Subito dopo la morte erano stati centinaia i messaggi, su Facebook e su Twitter, contro chi avrebbe spinto la ragazza a buttarsi dal balcone. "Dovevi fregartene, pensare a te stessa e non a quello che dicono gli altri", "Domani devo tornare a scuola... e vedere quei deficienti, non ce la faccio...", sono alcuni dei post dell'epoca.
Il Moige fa causa a Fecebook - Il Movimento italiano genitori ha presentato formale denuncia alla Procura di Roma nei confronti di Facebook per omesso controllo e vigilanza nel caso di Carolina. E si dice pronto a costituirsi parte civile in tutti i prossimi episodi di mancato controllo a danno di minori.