L'ex ministro ha detto di voler chiedere lo stralcio della sua posizione. Processo rinviato al 31 maggio per decidere sulle costituzioni di parte civile
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L'ex ministro Nicola Mancino ha annunciato di voler chiedere lo stralcio della sua posizione dal processo sulla trattativa Stato-mafia. "Non posso stare nello stesso processo in cui c'è la mafia" ha detto Mancino prima dell'inizio dell'udienza in corso a Palermo. "Ho fiducia e speranza che venga fatta giustizia e che io possa uscire al più presto dal processo", ha aggiunto l'ex politico, imputato per falsa testimonianza.
Gli imputati nel processo di Palermo sono dieci: ex politici come Marcello Dell'Utri e Nicola Mancino, ex ufficiali dell'Arma, come il generale Antonio Subranni, il pentito Giovanni Brusca, Massimo Ciancimino. Sono tutti accusati di violenza o minaccia a corpo politico dello Stato, tranne Mancino, che risponde di falsa testimonianza, e Ciancimino, imputato di concorso in associazione mafiosa e calunnia all'ex capo della polizia, Gianni De Gennaro.
Pm: "Lo Stato non può nascondere responsabilità" - Il processo si svolge davanti alla corte d'assise, presieduta da Alfredo Montalto. Per la procura è presente il capo dei pm palermitani, Francesco Messineo, l'aggiunto Vittorio Teresi e i pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia. "Qualora si dovessero accertare elementi di colpevolezza dello Stato, lo Stato non potrebbe nascondere eventuali responsabilità sotto il tappeto", ha detto il pm Di Matteo.
Ferrero: "Rc unico partito cosituitosi come parte civile" - "Siamo l'unico partito che si è costituito parte civile" ha detto il segretario generale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, a Palermo per il processo. "Sono qui a testimoniare la nostra volontà di verità e giustizia e la nostra fedeltà alle battaglie di Pio la Torre e Peppino Impastato e tanti altri e altre uccisi dalla mafia".
Processo rinviato - Sia i pm sia i difensori hanno chiesto un termine per interloquire sulle nuove richieste di costituzione di parte civile presentate oggi, e la corte d'assise ha rinviato il processo al 31 maggio.