L'accusa: cartelle falsate per ottenere i rimborsi delle assicurazione. La replica della clinica romana: "Insensato, le nostre verifiche maniacali"
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Villa Mafalda, la clinica romana già finita sotto i riflettori per altre vicende giudiziarie, è di nuovo nella bufera: la Procura della capitale sospetta che le cartelle cliniche della casa di cura siano state gonfiate per ottenere importanti rimborsi dalle assicurazioni sanitarie. In particolar modo, sarebbero stati diagnosticati dei tumori a persone sane per spingerle a radioterapie o addirittura trattamenti di chemio.
La casa di cura romana in passato è stata già al centro di altri casi, come le operazioni di chirurgia estetica fatte passare come operazioni urgenti e, lo scorso inverno, del caso dell'assistenza allo scrittore Alberto Bevilacqua, che, secondo la famiglia, era "ostaggio" della clinica. Secondo i pm, la pratica dura da circa quattro anni nei quali i falsi tumori venivano svelati al paziente dopo banali interventi chirurgici oppure dopo esami in cui le neoplasie benigne venivano fatte passare come maligne.
Indagate sette persone - Nel registro della Procura sono finiti quattro medici e tre infermieri. Tutti respingono fermamente le accuse e chiedono un incidente probatorio, con consulenti esterni chiamati alle perizie sui casi. "Gonfiare le diagnosi è insensato - è la difesa - il materiale biologico su cui fondiamo le diagnosi viene inviato anche negli Stati Uniti. Le nostre verifiche sono maniacali, l'errore emergerebbe subito. L'accusa si scioglierà come neve al sole".