La Corte d'Appello di Torino ha inflitto al magnate elvetico due anni in più rispetto al primo grado
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La Corte d'Appello di Torino ha condannato l'imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny a 18 anni di carcere nel processo Eternit, dopo la morte di 200 persone per l'esposizione all'amianto. Inoltre ha disposto un risarcimento di 30,9 milioni al Comune di Casale Monferrato, dove la multinazionale aveva il suo più grande stabilimento italiano, e 20 milioni al Piemonte. L'altro proprietario, il barone belga De Cartier, è deceduto pochi giorni fa.
La Corte d'Appello ha ritenuto il miliardario elvetico responsabile di disastro anche per gli stabilimenti Eternit di Bagnoli e Rubiera. Per quel che riguarda l'altro imputato, il barone belga Louis De Cartier, i giudici si sono pronunciati direttamente per l'assoluzione per alcuni degli episodi contestati, mentre hanno dichiarato il non luogo a procedere data la morte dell'imputato per gli altri.
Pm Guariniello: "Sentenza è un inno alla vita" - Alla Eternit spa è attribuita, a partire dagli anni Cinquanta, la morte di quasi 3mila persone, tra operai e abitanti delle zone vicine ai quattro stabilimenti italiani di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli. "Questa sentenza è un inno alla vita, è un sogno che si avvera". E' il commento a caldo del pm Raffaele Guariniello dopo la condanna a 18 anni per disastro doloso del proprietario della multinazionale dell'amianto.
Sindaco di Casale: "Risarcimento servirà per bonificare" - I 30 milioni di euro previsti come risarcimento per il Comune di Casale Monferrato verranno utilizzati per "eseguire le bonifiche". Lo afferma il sindaco del comune alessandrino, Giorgio Demezzi. In primo grado il tribunale aveva stabilito per Casale un risarcimento di 25 milioni. "Siamo soddisfatti della sentenza, il risarcimento è quanto avevamo chiesto", aggiunge il primo cittadino. "Questi soldi sono importantissimi per effettuare le bonifiche - sottolinea - ma ora bisogna recuperarli e lo Stato, in questo, ci deve aiutare".
Osservatorio Amianto: "Sentenza incoraggia battaglia" - Quella di Torino è una "sentenza che incoraggia la battaglia delle vittime dei familiari e delle persone oneste per un mondo migliore senza amianto e senza quella sete di profitto cui sacrificare vite umane". L'Osservatorio Nazionale Amianto commenta così la condanna per disastro doloso a 18 anni per Schmidheiny, annunciando che ''proseguirà la sua battaglia per avere giustizia per le altre vittime, quelle di Napoli, come quelle di Siracusa, come di ogni altra parte d'Italia cadute per via delle fabbriche di Eternit li' presenti, così come nei confronti di ogni altro responsabile".
Familiari vittime: "Stato dia attuazione a sentenza" - Lo Stato italiano "non abbandoni le vittime dell'amianto" e faccia in modo che "la sentenza pronunciata trovi piena attuazione". E' quanto chiede Bruno Pesce, dell'Associazione Familiari Vittime Amianto, commentando la sentenza d'Appello del processo Eternit. "Mi auguro che, in presenza di una sentenza esemplare come questa, Schmidheiny inizi a risarcire le parti civili già da domani, altrimenti chiediamo allo Stato di aiutarci".
Legale di Schmidheiny: "Nessuno investirà in Italia" - "Sono indignato": questo è il primo commento dell'avvocato Astolfo Di Amato, difensore dell'imprenditore svizzero. Il legale si riferisce al fatto che, tra l'altro, l'imputazione è cambiata più volte nel corso del procedimento. "Adesso - osserva - quale imprenditore straniero investirà in Italia? Schmidheiny investì molto sulla sicurezza, spese 75 miliardi dell'epoca e non ne ebbe profitto. Ora è stato condannato 18 anni. E' un incentivo?".