Il 36enne identificato dalla polizia si difende: "Sono io quello nel video con l'ombrello, ma non ho picchiato nessuno". Il primo cittadino di Terni a Tgcom24: "Non si doveva arrivare agli scontri"
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"Sono io quello nel video che brandisce l'ombrello, ma non è assolutamente certo che abbia colpito il sindaco". Si è difeso così l'operaio di 36 anni, di Narni, identificato dalla polizia come colui che ieri avrebbe colpito il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, nel corso degli scontri con le forze dell'ordine in occasione di una manifestazione per l'Ast. Lo ha fatto attraverso il suo legale, l'avvocato Emilio Gubbiotti.
L'uomo - sempre attraverso l'avvocato Gubbiotti, che è anche consigliere provinciale del Pd - ha sottolineato di avere consegnato spontaneamente l'ombrello alla polizia. Nei suoi confronti è stato fatto un verbale di identificazione, ma al momento non gli è stato contestato alcun reato specifico. L'operaio, padre di famiglia e incensurato, sarà nuovamente sentito dagli investigatori. Il suo legale lo ha definito persona assolutamente tranquilla.
La procura ha aperto un fascicolo - Contro l'operaio che avrebbe ferito il sindaco, la Procura ha aperto un fascicolo nel quale si ipotizza il reato di lesioni. Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi sul fatto che il sindaco sia stato colpito con un ombrello e non con un manganello. In ambienti giudiziari si parla di "immagini chiarissime" relative al momento in cui il sindaco è stato colpito. Con i manganelli che - in base a quanto si è appreso - sarebbero lontani dal sindaco.
In tutto 8 i feriti negli scontri - Gli scontri di fronte alla stazione di Terni erano cominciati al termine di un corteo per le strade della città organizzato, insieme a uno sciopero di quattro ore, dai sindacati dopo che la multinazionale finlandese Outokumpu proprietaria dell'Ast ha reso noto di non ritenere accoglibili le offerte di acquisto pervenute finora, paventando un allungamento dei tempi di vendita (situazione che ha creato preoccupazioni nel sito siderurgico ternano).
Partiti dallo stabilimento per raggiungere la prefettura, i manifestanti (lavoratori, sindacalisti ed esponenti delle istituzioni) hanno però proseguito superando un primo cordone delle forze dell'ordine. Si sono quindi diretti alla stazione per - come poi spiegato dallo stesso sindaco - "occupare pacificamente i binari per dare risalto alla battaglia degli operai". All'ingresso dello scalo sono stati però bloccati dagli agenti e a quel punto sono nati gli scontri nei quali sono rimasti feriti Di Girolamo (poi medicato con due punti di sutura alla testa), un operaio e sei tra poliziotti e carabinieri.
Il sindaco di Terni a Tgcom24: "Non doveva accadere" - "Ho visto le immagini, mi sembra che l'ombrello sia troppo distante mentre i manganelli colpiscono anche in quella direzione. Il problema però non è questo, il problema è che non si possono gestire situazioni di quel tipo in un modo che poi porta a scontri, colluttazioni e incidenti. Non doveva accadere quello che è successo. C'era un corteo pacifico da parte di lavoratori che manifestavano per il proprio lavoro e non si può pensare che le preoccupazioni che ci sono possano essere trattate come questioni di ordine pubblico". Così il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, a Tgcom24. "Non doveva accadere che la tensione salisse e si arrivasse a colluttazioni - ha aggiunto Di Girolamo - Si poteva tranquillamente accompagnare il corteo e tutto sarebbe finito pacificamente come è sempre stato in 60 anni di lotte nella nostra città".